«Mi aspetto applausi e fischi
E nello sport ci sta»

Awudu Abass, l’ex capitano di Cantù, domani torna da ex con Brescia

Cantù e Brescia come le “grandi” del campionato. Quattro vittorie consecutive per Cantù, tre per Brescia: come Cantù ha fatto solo Sassari. E meglio di tutte, con cinque vittorie in serie, ha fatto solo Milano.

E Cantù-Brescia, entrambe sulla carta - Brescia di sicuro - in corsa per un posto tra le prime otto per definire la griglia delle Final Eight di Coppa Italia, sarà anche una sfida particolare per Awudu Abass, uno degli ultimi talenti (meglio dire l’ultimo, in attesa dell’esplosione di Procida) del vivaio canturino.

Punto di forza della Germani Leonessa Brescia, Abass non si sbilancia sull’esito della partita, ma è ben conscio dell’importanza della sfida in ottica Final Eight: «Sono certo del fatto che sarà una bellissima partita, che probabilmente Cantù dopo queste quattro partite vinte potrà affrontare senza grandi pressioni. Sappiamo bene quanto sarà difficile per noi, perché giocare a Desio non è mai semplice per nessuno. Ma anche noi siamo in salute e in fiducia, non siamo una squadra semplice da affrontare: sappiamo dove vogliamo arrivare e siamo finalmente consapevoli dei nostri mezzi».

Della nuova Cantù ha seguito poco le vicende, ma di una cosa è certo: «Ho perso un po’ i contatti, sento solo i canturini che hanno giocato lì con me. La squadra è giovane, ma con Joe Ragland, mio compagno in Brianza, ha sicuramente innalzato il suo tasso tecnico. E ha certamente guadagnato in esperienza e leadership».

Abass sa già che a Desio l’accoglienza sarà “variegata”: «Qualche applauso me lo aspetto, almeno dagli amici e da chi ha capito le mie scelte passate. Qualcuno fischierà, ne sono certo, ma da sportivo dico che ci sta, perché fa parte del gioco. Ma nella vita preferisco guardare avanti, mai indietro».

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