A Cantù non passa il mal di trasferta. Ma è un po’ meglio

Basket A La sconfitta di Venezia e un nervo scoperto. S.Bernardo fino adesso mai a segno lontano da Desio. Bene Bortolani, segnali da Bowden e Basile in ripresa

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Calma e sangue freddo. È il momento delle analisi, dei “perché” e dei “per come” in casa Acqua S.Bernardo Cantù. Dopo la sconfitta a Venezia, con una classifica che non migliora, ma che non è nemmeno poi tanto peggiorata, il dato che emerge – o, meglio, si rafforza – è la mancanza di vittorie fuori casa. Un vuoto che ancora Cantù non è riuscita a colmare, da ottobre a oggi.

Una delle big

Prima obiezione che si potrebbe fare è che Venezia sia una delle tre big del campionato, primeggia in tante statistiche ed è una squadra che può legittimamente pensare allo scudetto. Quindi, pensare di andare in Laguna e vincere era certamente un desiderio, una speranza e Cantù ci ha davvero provato fino all’ultimo.

Resta però un po’ spiazzante il passo del gambero in certi frangenti, con passi avanti e qualcuno indietro. Al PalaTaliercio si è rivisto Sneed in “formato Udine”, con una prova molto vicina a quella sfoderata dall’americano contro i bianconeri a Desio, la migliore della stagione.

Segnali di risveglio anche da Bowden, forse poco incline al suo ruolo di cambio nello spot di guardia, ma capace di trascinare Cantù quando c’è stata la riscossa nell’ultimo quarto, chiudendo in doppia cifra.

E bene è andato anche Bortolani, a cui è mancata solo una tripla per la ciliegina sulla torta di una partita molto ben giocata, forse la migliore da quando è arrivato in Brianza. Ossia quella bomba che avrebbe potuto regalare il pareggio a Cantù, facendo immaginare e sognare un ultimo munto e mezzo diverso al palasport veneziano.

Poi però c’è un mezzo passo indietro nella capacità di servire Ballo, che tanto bene aveva fatto contro la Virtus. E poi c’è Basile, il cui voto non può che essere la media tra un disastroso inizio e un più che eccellente ultimo quarto.

Restano alcune considerazioni da fare. Cantù, dopo cinque trasferte, non ha ancora raccolto un solo punto. Non c’è riuscita con le big (Trento, Brescia e Venezia), né con le pari grado (Sassari e Varese). Altra nota a margine, Cantù si è già tolta (quasi) tutte le big: si è già messa alle spalle Brescia, Bologna, Venezia e Trapani, delle primissime mancano solo Milano e Tortona.

Ecco perché diventa fondamentale non fallire gli scontri diretti se è vero che, contro le big, per ora non c’è storia. A partire da quello in trasferta, domenica alle 19, contro Treviso. Battuta in casa da una Trapani in pieno caos, resta sul fondo da sola.

Punti che pesano

Sarà una sfida cruciale anche per i veneti, su questo non c’è dubbio. Oltre al valore intrinseco dei 2 punti contro una diretta concorrente – la forbice in caso di vittoria canturina salirebbe a sei punti, 8 contro 2 -, la prossima sfida può davvero essere la molla per far ripartire Cantù dopo tre ko consecutivi. Smuovere la voce “vittorie in trasferta” a Treviso potrebbe magari (e definitivamente) aiutare a fare il salto di qualità lontano dal PalaFitLine.

E anche, magari, preparare il terreno alla partita successiva a Desio del 20 dicembre, una delle più importanti del campionato a livello emotivo: l’attesissimo derby contro Milano, tornata a vincere domenica contro Trento.

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