
( foto butti)
Basket Dopo dieci mesi di campionato, l’Acqua S.Bernardo è dove sperava di essere: in finale per la serie A. Una favorita non c’è. La serie decisiva comincia stasera (alle 20.15) a Rimini e ci sarà da ribaltare il fattore campo
cantù
Rimini Rimini per Cantù, con la speranza che non sia un film comico. Comincia oggi l’attesissima finale playoff per la promozione in serie A: per Cantù sarà la terza negli ultimi quattro anni di A2, per Rimini la prima da quando è risorta.
Inutile ribadire quanta sia la voglia di cambiare il corso della storia, di scrivere finalmente un finale diverso. E di rendere super una stagione che ha già regalato – ma tutti sanno che non basta – la prima Coppa Italia, già esposta in vetrina.
Inizia la finale, con palla a due questa sera al PalaFlaminio di Rimini alle 20.15. Cantù parte in salita, in trasferta, conscia del fatto che il fattore campo se l’è guadagnato Rimini con il secondo posto in classifica. Il che significa due partite fuori casa consecutive e, dopo il round a Desio (si spera siano due, vorrebbe dire per Cantù aver vinto almeno una delle prime tre partite), l’eventuale “bella”-gara 5 si disputerà in Romagna.
Come tutte le finali, anche questa presenta enormi margini di incertezza. Non c’è una favorita clamorosa, perché entrambe hanno ottimi argomenti. Da una parte Rimini, meglio piazzata rispetto a Cantù e con la chance di giocare tre partite su cinque in casa.
Dall’altra Cantù che, proprio in questi playoff, sta mostrando la parte migliore di sé. Era un’incompiuta in regular season, nel senso che sembrava sempre mancare qualcosa, ora sembra aver trovato una quadratura ottimale.
Nelle otto partite sin qui disputate nei playoff, Cantù in casa ha avuto una resa per certi versi stupefacente. Ha trovato – tutte insieme - tutte le certezze che le sono un po’ mancate nel corso dell’anno.
Ha quasi del tutto cancellato i blackout che spesso hanno consentito agli avversari di tornare in partita, in difesa ha confermato e migliorato le doti già espresse durante la regular season, offensivamente ha trovato giochi e soluzioni di vario tipo, non affidandosi al solo tiro da tre, che pure è migliorato sensibilmente. Ora, Cantù ha un’identità precisa.
In trasferta, Cantù ha perso le due sfide a Bologna, ma senza mai uscire dalla partita. Lo step in più è stato fatto a Rieti, in gara 3, quando Cantù pur giocando così così, con un finale da grande squadra ha saputo ribaltare una partita che, sul -14 sembrava persa. Il roster lungo e di qualità ha fatto il resto.
Anche questo sarà un fattore: i giocatori stanno tutti bene e Brienza ha saggiamente dosato il loro minutaggio nei playoff.
E hanno avuto anche tempo per riposare – pure troppo secondo Brienza –: c’è molta voglia di giocare. E di vincere. L’ha detto Brienza, l’ha ribadito capitan Filippo Baldi Rossi: «Inizia la finale e noi non vediamo l’ora di iniziare. È stato un anno lungo e intenso, siamo arrivati a giocarci quest’ultimo atto e siamo molto carichi. In questi playoff abbiamo fatto un grande percorso, che ci ha dato ulteriore fiducia ed energia. Davanti a noi c’è un’altra squadra attrezzata per arrivare fino in fondo, ma daremo più del massimo per arrivare al nostro obiettivo».
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