
( foto walter gorini)
Basket Il parere di Carrea, vice del coach biancoblù: «Per adesso abbiamo riacceso cervelli e muscoli. I nuovi si mixano con un pacchetto d’italiani collaudati»
seveso
Anche Michele Carrea ritrova la serie A con Cantù. L’assistente di coach Nicola Brienza, dopo aver allenato Pistoia nel biennio 2019/21, è (ri)salito con il resto della squadra e dello staff. Nessun intoppo per la conferma ora c’è la prova sul campo.
Sono i primi giorni di lavoro, ma Carrea ha belle sensazioni: «È un periodo da prendere sempre con le molle. Sono momenti di conoscenza, dove c’è sempre grande attenzione e disponibilità. Siamo agli inizi di un percorso, cominciato con quattro giorni di riaccensione dei cervelli e dei muscoli, con pochissime linee guida tattiche».
Prime impressioni sulla squadra? «Mi pare funzionale alle idee di Nicola, ed è la cosa più importante: il pilota deve sempre avere la macchina giusta. Vedo atletismo e talento, negli stranieri la giusta di esperienza, freschezza e talento. Il tutto si mixa con un pacchetto italiani che riparte con conferme importanti e con Bortolani che non si presenta di certo come esordiente. E continuiamo un percorso tecnico, che in A2 è stato strepitoso, con Basile: ha ancora tanto da dimostrare, ma ha tutto per farlo. Confidiamo in un’ulteriore crescita».
A proposito di continuità, si è mantenuto inalterata la triade Brienza-Carrea-Costacurta. Una decisione naturale quando si vince, ma non sempre scontata: «La continuità, in un progetto, è sempre essenziale. Aggiungo anche la continuità e le conferme di tutti gli staff. Andare aventi con le stesse persone significa che si è lavorato bene insieme ed è un punto di partenza ottimo: non serve spendere energie per capirsi. Noi che lavoriamo per Nicola, per esempio, sappiamo già le sue priorità siamo più facilitati nel metterlo in condizione di operare bene».
Cosa attendersi quindi questa serie A e cosa servirà per affrontarla al meglio? «Cambiano soprattutto il ritmo di gioco e la quantità maggiore di giocatori performanti e che possono cambiare le partite. Il tutto abbinato ad atletismo e a una fisicità diversa rispetto alla A2. Il gioco è più veloce: anche chi allena è chiamato a letture rapidissime».
A Seveso in questi giorni c’è un bel gruppo di ragazzi del Pgc. Carrea li sta seguendo da vicino, dando indicazioni in inglese: «Li vogliamo preparare a essere utili quando verranno chiamati in causa. Con sei americani, la lingua utilizzata è l’inglese. Inoltre, servono anche ad alleggerire la prima squadra. Sarà una stagione con tanti allenamenti e pochi turni infrasettimanali, i giovani del Pgc saranno preziosi. Mi sembra un bellissimo interscambio».
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