Baldi Rossi: «Abbiamo zittito i leoni da tastiera»

Intervista «Io mi sono sempre speso per la squadra, quest’anno facendo anche un passo indietro. Mi sento molto realizzato».

Cantù

«Io mi sono sempre speso per la squadra, quest’anno facendo anche un passo indietro. Ma, alla fine, il risultato è arrivato. Sapete che vi dico? Che mi sento molto realizzato».

Che capitano, Filippo Baldi Rossi. Al terzo anno in maglia canturina ha coronato il sogno della promozione in A. Un’emozione che ha ripercorso dopo la vittoria decisiva contro Rimini, parlando del suo legame, ormai fortissimo, con Cantù. Ricordando la trattativa mai andata in porto con Trapani. Ma anche levandosi qualche sassolino dalle scarpe.

«Che soddisfazione: per me, dopo tre anni qua, era diventata una sfida personale. La Coppa Italia è stato un bel trofeo, ma questa vittoria era importantissima. Abbiamo dimostrato, magari senza giocare la miglior pallacanestro possibile, con qualche palla sporca e qualche giocata di nervi, tutta la nostra voglia di vincere. Un nome? De Nicolao. Ha cambiato la partita con le sue giocate».

Retina al collo, Baldi Rossi era provato dopo gara-3: «Sono esausto, la stagione è stata pesante, seppur giocando meno degli altri anni. Snervante anche perché da fuori non si percepiva il fatto che tutti hanno fatto uno sforzo pazzesco. Leggere sui social “la società non si vuole la promozione” non è stato bello. Credo che questa società meriti rispetto, anche per i progetti extra come il palazzetto. Così, mettiamo via i leoni da tastiera e i fake dei social network…». La svolta? «Ho tre “picture” della stagione. Il primo è il tiro di Valentini contro Cividale: se avessimo perso sarebbe stato un gran problema, per la sfiducia che sentivamo in noi e nell’ambiente. Poi dico la vittoria in Coppa Italia, dove abbiamo battuto una squadra apparentemente in vacanza come Udine, che in realtà stata l’ammazzacampionato. Infine, a pochi intimi, ho detto che se avessimo battuto la Fortitudo ai quarti, avremo vinto i playoff: lo dico con il massimo rispetto che ho per quel club, conoscendo il valore dei giocatori, del coach e di quel palazzetto. Aggiungiamo che, specie ai playoff, abbiamo avuto tanti protagonisti diversi, tutti responsabilizzati al massimo».

Sempre più saldo il legame Baldi Rossi-Cantù. Gli ricordano la trattativa (sfumata) di due estati fa con Trapani. Chi ha avuto ragione? «Io, ma se sono qua lo devo a Santoro e Mauri. Era arrivata un’offerta che aveva messo in crisi me e la società. Ho lasciato scegliere loro, perché qua mi ero legato tanto e dopo la sconfitta con Pistoia ero ancora desideroso di vincere. Sono rimasto, sono diventato capitano e mio figlio dice questa è casa sua. Se non avessi vinto questa serie, mi sarei sentito un fallito. Ci sono, ci siamo arrivati: sono veramente il papà e la persona più felice del mondo».

Il successo è arrivato nella stagione in cui Baldi Rossi ha giocato di meno: «Ho fatto un patto con Brienza, dovevamo vincere insieme. Non è stato facile avere davanti il “crack” del campionato e mi riferisco a Basile. Ma sono stracontento: mi sono confrontato, mi spingeva a mettermi giaccio a ginocchia e caviglie: farà una gran carriera e spero che resti qua, per la società. Sì, anche a discapito mio, se necessario».

© RIPRODUZIONE RISERVATA