Bortolani: «Cantù, voglio prendermi le responsabilità»

Basket Nessuno squillo di tromba, ma tanta carica: «C’è un bel progetto e la possibilità concreta di giocare. Non dev’essere un problema avere compiti importanti»

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Serio, riflessivo, le sue parole sono sempre ponderate. Nessuno squillo di tromba, ma dentro di sé Giordano Bortolani ha tanta carica. Soffocata in un biennio dove, all’Olimpia Milano, ha fatto tanta panchina.

Ora, per la nuova guardia di Cantù – il primo giocatore ingaggiato nel corso del mercato – inizia tutto un altro capitolo. Perché, nei piani dello staff tecnico, Bortolani sarà uomo da quintetto, una delle bocche da fuoco dell’attacco della S.Bernardo. A 24 anni, vuole riprendersi tutto.

«Tutto procede bene»

«Tutto procede bene – ha detto il giocatore a fine allenamento -, ma mi prendo sempre almeno un paio di settimane prima di capire fino in fondo i posti nuovi in cui mi trovo a giocare. I primi giorni sono importanti, ma sarà molto più determinante il livello di integrazione e alchimia che si creerà all’interno della squadra nelle prossime settimane».

Primo arrivo in assoluto dopo il ritorno in serie A, Bortolani ha scelto subito Cantù: «C’è un bel progetto, ed è il motivo principale per qui ho accettato la proposta del club. Dopo un paio di stagioni da comprimario, chiaramente ho optato per una società che mi potesse far giocare di più. Non vedo l’ora che inizino le partite: immagino che nell’ambiente ci sia tanto entusiasmo per la serie A ritrovata. Ci sono ottimi presupposti per disputare una buona stagione».

La sua voglia di cominciare da subito la sua esperienza canturina ha forse avuto anche un peso nel suo taglio dal roster della Nazionale, nel corso della preparazione per gli imminenti Europei: «Mi considero una persona razionale. Arrivo da due anni in cui non ho mai giocato. Ne ho parlato tanto con il ct Pozzeco: per me era importante arrivare nel mio nuovo club con gli altri e partire alla pari. Non andrò agli Europei? La Nazionale è un discorso che può tornare attuale magari in futuro. Ora mi concentro sul club, le convocazioni in Nazionale dipendono da tanti fattori. Se tornerò in azzurro in futuro sarò felice, ma la priorità era arrivare pronto con Cantù».

«La mia sesta stagione in A»

Sa che gli verranno affidate tante responsabilità: «Sono pronto, perché nel basket primo o poi bisogna anche prendersele. Non ho più 18 anni, non sono vecchio, ma ho un’età in cui non deve essere un problema avere compiti importanti. Ormai è la mia sesta stagione in A, anche a Treviso al secondo anno, avevo un ruolo simile in squadra».

Cantù si è ringiovanita, ma non mancano elementi di esperienza come Moraschini e De Nicolao: «Ci vuole sempre un po’ di esperienza, e Cantù è un bel mix. Nel basket di oggi servono giocatori giovani con energia, ma serve anche la saggezza di due-tre veterani».

Obiettivi? «Credo sia giusto per una neopromossa dire di voler ambire alla salvezza, anche se già vedo la qualità necessaria per fare qualcosa in più. Ma in una stagione servono fortuna e tante altre componenti».

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