Brienza dopo il derby: «Frustrazione e felicità»

Interviste Sentimenti contrastanti, anche se l’amaro in bocca alla fine forse è la sensazione prevalente

Cantù

Sentimenti contrastanti, anche se l’amaro in bocca alla fine forse è la sensazione prevalente. Da una parte la sconfitta, dall’altra la performance di Cantù, finalmente convincente. Tanto da far dire a coach Nicola Brienza che quelle nel derby è stata «la migliore partita della stagione».

Resta quel gran dispiacere di fondo, anzi di più, nelle parole del tecnico di Pallacanestro Cantù: «C’è di base una grande frustrazione per come è finita, che però combatte contro una grande “felicità”. Perché è la miglior partita dell’anno, vittorie comprese». Brienza ha davvero poco da rimproverare ai suoi: «Onestamente, posso contestare alla squadra solo qualche scelta, qualche lettura che si poteva fare meglio. Ma questa volta ho visto una partita importante, al cospetto di una squadra che, pur in difficoltà con tanti infortuni, resta una squadra vera e forte, che nelle ultime dieci partite sta esprimendo una pallacanestro di altissimo livello»

Cosa ha apprezzato di più il coach? «Siamo stati bravi a restare attaccati a loro, sempre con la testa nella partita. Siamo stati bravi per tutta la partita, a parte i primi cinque-sei minuti, con loro in grande confidence. Poi abbiamo preso le misure e alzato il livello, chiudendo all’intervallo sotto di 7, con un divario causato da due ingenuità che ci sono costate 4 punti».

L’idea che ci potesse scappare un colpaccio è stata davvero concreta, dopo il sorpasso al 30’: «La partita l’abbiamo sentita anche nelle nostre mani a un certo punto. Se Milano ti dà una chance, devi prendertela, perché difficilmente poi ne concede un’altra. Portiamoci a casa tanti fattori buoni da questa partita e da qui ripartiamo. Andiamo avanti a costruire le cose necessarie per vincere».

Brienza ha poi commentato l’esordio di Green: «Purtroppo è arrivato qui con un po’ di ritardo, peccato non averlo avuto in campo con squadre alla nostra portata. Da quando ha iniziato la trattativa con noi, è stato messo fuori squadra in Libano e dopo due soli allenamenti non potevo tirargli il collo. Al di là dei canestri che ci ha dato, come presenza si sente: impareremo a conoscerlo».

Un paio di considerazioni sui singoli: «Ballo? Deve giocare palla e più la qualità si alza, più palloni riceverà. Deve essere bravo lui a farsi trovare pronto. Moraschini in panchina nell’ultimo quarto? Ballo ha giocato una partita importante, ho giocato con Basile meno da “5” ed era giusto finire con Bortolani, Green e Sneed, al di là del suo errore nel finale».

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