
(Foto di Gorini)
Non si nasconde il tecnico di Cantù dopo la sconfitta in gara tre dei quarti di finale playoff
Per oltre venti minuti, l’Acqua S.Bernardo Cantù ha avuto la sensazione, la percezione e – perchè no – anche la forza, di pensare di aver chiuso la serie dei quarti di finale già in gara-3. Invece l’ottimo primo tempo disputato al PalaDozza non è servito, se non a chiarire ulteriormente i differenti valori fra la formazione di coach Nicola Brienza e la Fortitudo Bologna che, spinta dal suo pubblico, nel secondo tempo ha ribaltato la partita e ha portato la serie a gara-4.
Domani sera ci sarà il quarto atto di una sfida che Cantù dovrebbe vincere, per i valori che ha, ma alcuni aspetti vanno limati e migliorati. C’è bisogno di maggiore attenzione, come nei timeout “dimenticati” del terzo quarto di giovedì, oppure nella gestione dei momenti, perchè non si può dilapidare in pochi minuti un +11 in trasferta.
Anche il coach canturino Nicola Brienza ha ammesso gli errori e ha sottolineato come la sua squadra non abbia compreso fino in fondo i momenti del match: «È come se avessimo giocato due partite in una. Nel primo tempo abbiamo giocato benissimo, lo dicono chiaramente le percentuali che sono tutte a nostro favore, ma è stata proprio la qualità offensiva ad essere molto alta al cospetto di una difesa avversaria aggressiva».
Poi dopo l’intervallo la partita è cambiata, perché Cantù ha toccato anche il +11, poi ha smesso di giocare: “La Fortitudo è stata più brava di noi, perché ha capito il momento della partita, noi invece non l’abbiamo compreso pienamente. Sapevamo che loro nel secondo tempo avrebbero una reazione emotiva, il palazzetto spingeva tanto e in quel frangente avremmo dovuto mantenere una certa lucidità in attacco. Invece abbiamo smesso di muovere il pallone e di creare i buoni tiri della prima metà di partita».
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