Burns torna a Cantù, affetto e polemiche

Intervista «Felice di ritrovare Cantù, ma non ho ancora ben capito cosa sia successo. Sono finito ai margini e non mi spiego ancora il perché»

Cantù

Christian Burns e Pallacanestro Cantù, c’eravamo tanto amati. È stato un bell’idillio, durato fino allo scorso febbraio, mese in cui il giocatore ha lasciato Cantù, per accasarsi a Cremona, in serie A.

Senza rancori – solo qualche punto interrogativo - domenica ci sarà il primo vero faccia a faccia, dopo le due amichevoli estive – una disputata a Livigno alla Valtellina Summer League, una alla Lombardia Cup a Desio -: l’occasione è il derby lombardo, in programma alle 16.

Burns, 40 anni compiuti a settembre, del roster della Vanoli è un mattone importante. Nelle tre partite in cui è sceso in campo, ha giocato quasi 15’ di media, segna 6.3 punti a partita e fornisce il solito contributo in termini di leadership. A Cantù, tappa importante della carriera, c’è stato due volte: un anno in A nel 2017/18 e in A2 per un anno e mezzo, fino al divorzio dello scorso febbraio.

Alla sua veneranda età, ha ancora voglia di incidere e sentirsi importante: «Mi sento bene e sto bene – ha detto il giocatore – e non guardo troppo la carta d’identità. Finché me la sento, vado avanti...».

Lo scorso anno, lasciando Cantù agli inizi di febbraio e in piena stagione, si è perso la festa promozione: «Ugualmente, sono felice per tutte le persone che ho conosciuto a Cantù. A partire dai miei compagni, con cui abbiamo condiviso tante battaglie in campo, ma anche per le persone che lavorano dietro le quinte e che sono importantissime. E domenica, senza dubbio, sarò ben contento di rivedere tanti vecchi amici».

E di amici e persone da salutare cd ne saranno tante a Desio. Del resto, due anni e mezzo non si cancellano facilmente. E, infatti, sono sempre ben chiari nei ricordi di Burns.

La prima stagione fu in serie A: «Sono stati due periodi e tre stagioni molto diverse. La prima, con Sodini, fu speciale: arrivammo alla Final Eight di Coppa, battemmo Milano e sfiorammo la finale, per poi qualificarci inaspettatamente ai playoff. Con tutto il rispetto per chi vinse, quell’anno avrei meritato il titolo di Mvp del campionato, andavo in doppia-doppia tutte le domeniche...».

E poi, il ritorno in A2 nel 2023: «C’è il grande rammarico della finale persa contro Trieste, che però si dimostrò più forte di noi».

Fino alla mezza stagione dello scorso anno: «Non ho ancora ben capito cosa sia successo. Sono finito ai margini e non mi spiego ancora il perché. È stato tutto senza senso, la gente mi chiedeva spiegazioni. È andata così, mi sono comunque ritrovato in serie A e ancora ci sono, dimostrando di essere ancora un giocatore di buon livello».

E domenica, che partita sarà? «Spero divertente per il pubblico. Cantù ha l’urgenza e la necessità di vincere dopo due sconfitte, noi abbiamo l’intenzione di sfruttare il nostro buon momento di fiducia, determinato da tre vittorie consecutive».

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