Cagnardi: «Uniti e compatti per dar battaglia»

Il tecnico introduce la Final Four di Coppa Italia: «Cantù non è inferiore a nessuna»

Le aspettative (della gente e della società) sono tante, la richiesta (di coach Devis Cagnardi) è una sola: «Come uomo e allenatore alla squadra chiedo semplicemente di andare in campo coesa, unita e di battagliare con tutte le energie fisiche ed emotive che sono dentro di noi. Lo chiedo e lo pretendo, tutto il resto arriva in un secondo momento».

Arriva la Final Four di Coppa Italia, primo appuntamento importante della stagione. Cantù affronterà domani Forlì in semifinale, con Cantù che arriva da due sconfitte che hanno lasciato un segno profondo. C’è poco di tecnico di cui parlare in questo momento. La questione, in questo caso, è soprattutto di testa.

La conferma arriva dallo stesso coach canturino: «Abbiamo avuto tutti a disposizione questa settimana: è rientrato Berdini dopo le due settimane di stop e si è allenato Nikolic dopo diverse settimane in cui non riusciva a lavorare al meglio. E c’è Baldi Rossi, rientrato dallo stato febbrile. Ci siamo tutti, questo ci dà energia e fiducia ed è una cosa importante per noi. Di cosa abbiamo bisogno ora? Non di guardarci indietro, solo di toglierci dalle spalle la negatività e di mettere in campo tutto il nostro potenziale».

Uno sguardo agli avversari, prima tra tutti Forlì, capolista del girone Rosso: «Ha solidità e continuità tecnica: hanno fatto la finale playoff contro Cremona, hanno un reparto italiani interessante, costruendo sulle loro certezze: i risultati stanno dando loro ragione. Allen? Al momento non sappiamo se sarà della partita».

Il livello è comunque molto alto, visto che si confronteranno a Roma le prime quattro squadre di serie A2: «La Fortitudo è una squadra quadrata che ha degli elementi di categoria superiore, tra tutti Fantinelli e Aradori. Trapani ha perso due partite in un anno e ha già vinto la prima competizione e sicuramente vorrà far sua anche la Coppa Italia: ha degli elementi che possono far girare la singola partita, come Redivo, che gioca nella nazionale Argentina. Sarà una competizione di altissimo livello. Noi? Non ci sentiamo inferiori a nessuno, sicuramente il nostro cammino è stato un po’ più altalenante per motivi che non sto qua a rivangare, ma che tutti conoscono».

Cantù parte da “underdog”, senza i favori? «Dipende sempre da che angolazione guardiamo le cose. La visione della nostra piazza è diversa: per i nostri tifosi, giustamente, non siamo mai sfavoriti, nemmeno se andassimo a giocare con l’Under 19… Per il resto del mondo forse stavolta non siamo favoriti, perché tutti sanno che siamo una squadra dal grande potenziale, ma che per vari motivi non ha avuto un cammino regolare. Però dico che, con sole quattro in campo, qualsiasi squadra presente a Roma ha nel proprio Dna la possibilità di vincere. Nessuno può sottovalutare nessuno».

Esiste una correlazioni tra Coppa Italia e vittoria dei playoff? «Siamo in un momento molto avanzato della stagione, che potrebbe portare la squadra vincitrice ad assumere una consapevolezza e una fiducia che arriverebbero fino ai playoff. Chi vince dà un segnale, però torno a quello che ho detto prima: sono quattro squadre di alto livello, così come alcune escluse». Intanto, Cantù c’è: è un’occasione da non perdere.

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