
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Martedì 10 Giugno 2025
Cantù a Rimini per il 2-0
Forte dell’1-0, l’Acqua S.Bernardo stasera gioca di nuovo in Romagna e può concedere il bis. Brianzoli superiori fisicamente e con rotazioni più profonde. Inoltre ora la pressione è tutta sui padroni di casa

BASKET
Il vantaggio acquisito da Cantù dopo gara-1 di finale per la promozione in serie A assume un peso specifico ancor maggiore del duplice 2-0 con il quale l’Acqua S.Bernardo si era portata avanti nei quarti contro la Fortitudo Bologna e in semifinale ai danni della Real Sebastiani Rieti. Perché quelle doppie affermazioni erano state ottenute nella bambagia del PalaDesio, mentre l’1-0 nei riguardi di Rimini è stato strappato nel bollente catino di Romagna.
E se l’esito della prima partita di una serie playoff finisce spesso per indirizzare la serie stessa, a maggior ragione l’aver vinto in trasferta fa ora pendere l’ago della bilancia decisamente dalla parte della squadra biancoblù.
Che questa sera alle 20.45 (con diretta su RaiSport) sarà quella che poco o nulla avrà da perdere potendo poi contare sul doppio appuntamento interno in terra di Brianza per chiude definitivamente i conti. La pressione sarà dunque per intero sulla RivieraBanca che non può assolutamente permettersi di incorrere in un altro scivolone, pena il pressoché azzeramento della chance di restare sostanzialmente se non anche formalmente in corsa per il salto di categoria.
Fellini e La dolce vita
La S.Bernardo, al contrario, potrà avere la testa più leggera. Il che non significa affrontare gara-2 (che sarà diretta dalla terna Vita, Salustri, Berlangieri) né con superficialità né con boria, ma semplicemente non vedersi costretta a dover fare i salti i mortali per apporre immediatamente il secondo sigillo. L’1-1, del resto, sarebbe stato di sicuro sottoscritto dai biancoblù alla vigilia del viaggio nei luoghi del cuore di Federico Fellini. Certo, ora che il primo strappo è già stato dato, lo 0-2 ingolosisce eccome e trasformerebbe l’avventura di Cantù in finale in una sorta di “La dolce vita”, pellicola appunto tanto cara al maestro riminese.
Intanto, alla sua terza finale in quattro anni, Cantù è riuscita per la prima volta ad avviare la serie con un successo. Non le era infatti accaduto né nel 2022 a Scafati né tantomeno la stagione scorsa quando si fece infilare a domicilio da Trieste. E chissà mai che proprio l’inversione di tendenza possa essere propedeutica a una congiunzione astrale diversa dal passato e in grado di (ri)consegnare la massima serie al club del presidente Roberto Allievi.
Intanto, la prima sfida ha confermato la superiorità fisica degli uomini di Brienza, particolare da non trascurare all’interno di una serie ravvicinata di partite (vantaggio sfruttato alimentando una sequela di mismatch da far venire il mal di testa all’interlocutore di turno). Come pure la bontà delle dieci rotazioni sanbernardiane, più efficaci - sia per qualità, sia per spessore, sia per resa - di quelle a disposizione di coach Dell’Agnello. La profondità della panchina biancoblù non la si scopre certo ora, ma ultimamente è certificata dal fatto che davvero ognuno dei singoli componenti apporta il proprio corposo contributo.
Tentacolare e camaleontica
Dopodiché i protagonisti in assoluto possono essere diversi in ogni circostanza, alternarsi, avvicendarsi, susseguirsi, scambiarsi, ma l’esito resta il medesimo. Ovvero Cantù è tentacolare e tra le sue ramificazioni i rivali di turno finiscono per restare intrappolati. Perché se cavalca (alternativamente) i suoi centri puri - Hogue e Okeke - allora può far male dentro l’area e al contempo mettere in difficoltà grazie al ricorso del pick’n’roll di cui De Nicolao è un abile interprete e Hogue un furbo di tre cotte. Ma pure se i “5” li mette a sedere ecco allora un quintetto leggero con Baldi Rossi e Basile che apre molto di più il campo per le conclusioni molto più in libertà dall’arco dei 6.75 dei propri tiratori. E anche in questo caso, De Nik è un maestro di come far viaggiare la palla e di come farla pervenire al compagno al momento e al posto giusto. Insomma, anche camaleontici i quintetti di Brienza.
E poi c’è la difesa, l’arma più efficace utilizzata e sfruttata nei playoff che tralasciando taluni passaggi a vuoto (nel senso che ancora la S.Bernardo incorre in ripetuti break negativi), ha sempre finito per strangolare le fonti di ispirazione del gioco altrui oltre a silenziarne i principali finalizzatori.
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