
Pallacanestro Cantù / Erba
Lunedì 28 Luglio 2025
Cantù torna straniera. Ma l’esperienza di A è in versione italiana
In aumento il numero dei giocatori “forestieri” che però non conoscono il massimo campionato. Così i baluardi sono Moraschini, De Nicolao e Bortolani

BASKET
Riccardo Moraschini, Andrea De Nicolao e Giordano Bortolani: un’iniezione di esperienza per Cantù, per provare a fronteggiare al meglio il ritorno in serie A. Per evitare sbandamenti e per superare al meglio quei momenti di secca e di crisi in cui Cantù potrebbe incappare dopo quattro anni di serie A2.
L’esperienza, a guardare il roster, è tutta concentrata nei tre italiani, due confermati e uno nuovo, a disposizione di coach Nicola Brienza. Che, in quanto a esperienza nella massima serie, ne ha già da vendere, nonostante la giovane età.
Età media più bassa
Saranno loro tre i baluardi di questa Cantù, a cui aggrapparsi se e quando arriveranno bufere, sempre da mettere in conto per una neopromossa che dovrà confrontarsi, in alcuni casi, con roster e monte ingaggi di gran lunga superiori. Considerando anche che l’età media si è abbassata notevolmente rispetto allo scorso anno con l’addio agli over 30 Filippo Baldi Rossi, Matteo Piccoli, Dustin Hogue e Tyrus McGee, va anche detto che gli americani - a parte la promessa Oumar Ballo - sono tutti giovani, ma con un buon bagaglio di esperienza.
A livello di campionato italiano, l’unico che ha già conosciuto i parquet del Bel Paese è il cambio di Grant Basile, Ife Ajayi, che però ha giocato in A2 a Torino. Manca forse un po’ di confidenza con l’Europa agli altri Usa ingaggiati. Mezza stagione in Bundesliga per il play Jacob Gilyard, 19 partite in tutto per la guardia Jordan Bowen a Nancy tre stagioni fa, mentre è alla sua prima esperienza europea il centro Oumar Ballo.
E allora, anche per tutelarsi, Cantù ha riversato saggezza e conoscenza della serie A soprattutto in tre italiani e nel coach. Moraschini, 34 anni, ha alle spalle 320 partite in squadre di serie A, nelle sue annate in maglia Virtus, Roma, Trento, Brindisi, Milano e Venezia, senza contare coppe europee e Nazionale. De Nicolao è un altro fattore in questo senso: 34 primavere anche per il play e una carriera addirittura da 490 partite in team di A, anche in questo caso esclude le coppe. Anche Bortolani, il più giovane di questo gruppo ristretto con i suoi 24 anni, sebbene non possa considerarsi un veterano, ha alle spalle 164 presenze in A. Ha giocato poco nelle ultime due stagioni a Milano, ma arriva da quel mondo. Insomma, questo trio arriva a quasi mille gettoni in formazioni della massima serie. E poi ci sarebbero da conteggiare anche le 10 apparizioni (in maglia di Varese) di Leonardo Okeke e - perché no? - le 63 partite di Joonaas Rismaa (eh sì, perché al momento è ancora un giocatore di Cantù) con Brindisi.
E poi c’è il coach
Infine, c’è Nicola Brienza, con i suoi 45 anni, ma con un corposo bagaglio di partite in A tra Cantù, Trento e Pistoia, senza contare intere stagioni come assistente di svariati allenatori, da Pino Sacripanti a Evgenij Pashutin, prima di diventare “grande”. Pure la sua prima spalla in panchina, Michele Carrea, non è certo un novizio: per l’assistente, una stagione in A a Pistoia nel 2019/20. Sarà invece alla sua prima A Mattia Costacurta, il secondo assistente di Brienza.
Volendo allargare il raggio ai membri dello staff tecnico e medico, sarà invece un ritorno in A per il preparatore Roberto “Sam” Bianchi, per i fisioterapisti Andrea Lanzi e Marco Mascheroni e per i medici Federico Casamassima e Fabrizio Orsenigo, oltre che per il team manager Diego Fumagalli.
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