
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Lunedì 29 Settembre 2025
Cantù, con Trieste sconfitta che non fa male
Trofeo degli Angeli Sprazzi di buon gioco, anche se gli automatismi (specie in difesa) hanno ancora bisogno di un’oliata definitiva
Como
Abbiamo una squadra. Di questo possiamo andare certi. Anche se il cantiere Cantù ha ancora il cartello Lavori in corso, si può guardare con fiducia al futuro. La conferma ieri. Sconfitta di misura (88-91) contro una bella Trieste e sprazzi di buon gioco, anche se gli automatismi (specie in difesa) hanno ancora bisogno di un’oliata definitiva.
Tutti dentro, è il Trofeo degli Angeli. Si rivedono gli Eagles, che riempiono un intero settore del PalaFrancescucci. Si fanno in quattro i volontari di Tic, perché questo è uno degli appuntamenti da onorare. E non solo perché l’ultima uscita prima del campionato. Prima di fare sul serio.
Dei 1.900 e rotti che contiene l’ex tempio del basket femminile, almeno 1.300/1.400 hanno risposto presente. C’è chi c’è sempre stato, finora. C’è chi per la prima volta vede la squadra. L’Acqua S.Bernardo arriva dalla sfida del giorno prima con Sassari e aggiunge - suo malgrado - all’assenza di Moraschini, ancora a letto con la febbre, quella di Okeke, che si è scavigliato proprio contro i sardi e che lo staff ferma precauzionalmente.
Si ruota, allora, in otto, più Acunzo, il golden boy del Pgc. E Trieste, non ce ne voglia la famiglia Sardara, non è Sassari, anche se arriva a Casnate pure lei con un paio di defezioni importanti. Con un reparto di italiani di assoluto valore e con gli americani che - più centimetri che chili - sanno cosa fare, i presupposti per una bella partita ci sono tutti. Specie con Cantù ancora in palla e fin quando non paga la panchina più corta e le fatiche di ventiquattr’ore prima.
Che si stia velocemente entrando in clima campionato ce ne si accorge anche da qualche (bonario) rimbrotto tra i giocatori, specie quando i giochi difensivi saltano per qualche disattenzione, o per le prime espressioni “rubate” dall’ufficio facce alle sostituzioni di Brienza. Tutto bene, zero problemi. Finché la pallacanestro rimarrà sport di contatto e non per educande e fino a quando ogni singolo continuerà a prendersela per un cambio, la situazione ogni cosa filerà liscio e l’adrenalina terrà sempre alta l’attenzione. Dei singoli e del gruppo.
Brava Trieste, lo ripetiamo, a fare la figura che il rango e il roster impongono. Di sicuro una delle avversarie meglio assortite tra quelle incontrate fin qui. Il fatto di aver retto, di avere opposto alcuni singoli (Bowden su tutti, autentico tuttofare nei due lati del campo) già in palla e a tratti anche buone cose di squadre (meglio forse in attacco che in difesa, dove qualche volta ci si è persi l’avversario diretto), fa ben sperare in ottica campionato.
Brienza, che è partito con il quintetto (Gilyard, Bortolani, Sneed, Basile e Ballo), ha cambiato spesso soluzioni. Alcune con soli stranieri, altri con i tre italiani superstiti insieme. Quintetti alti e bassi, pronti ad adattarsi ai giochi di Israel Gonzales.
A livello offensivo, da segnalare le prove anche di Basile, Ajayi e Sneed. In ombra Gilyard, un po’ sulle gambe, ora si aspettano i due assenti per far quadrare i conti. Poi sarà campionato.
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