Dai Cantù, la finale è lì. «Siamo motivatissimi a chiuderla subito»

Acqua S.Bernardo alle 21 a Udine in gara 3. Il 2-0 con il quale si presenta apre ottime prospettive. Bucarelli: «Saranno agguerriti in un ambiente caldo»

«Siamo spalle al muro». L’ha detto Alessandro Pedone, presidente dell’Apu, subito dopo la sconfitta di Udine a Desio. Per Udine, quella di stasera al PalaCarnera - palla a due alle 21, diretta tv su RaiSport Hd - è la partita della vita, da dentro o fuori. Un po’ di ansia, certamente tanta carica e un palazzetto pieno, accoglieranno una Cantù che, con il 2-0 maturato al PalaFitLine di Desio, può già accarezzare e cogliere il traguardo della finale playoff contro una tra Trieste e Forlì.

Se Udine ha motivazioni da vendere in questo terzo atto delle semifinali, a Cantù la situazione è identica, ma ovviamente meno opprimente dal punto di vista psicologico. La S.Bernardo ha infatti questo bel vantaggio da difendere e può farlo stasera, se andasse male anche domenica in gara 4 e, se andasse ancora male, mercoledì prossimo con il conforto del fattore campo, preziosissimo vantaggio teorico conquistato grazie al secondo posto ottenuto al termine della regular season.

Da più parti si era pensato a una serie lunga, pensiero che ancora non può essere abbandonato. Ma Cantù ha tutte le chance e le capacità per chiudere il discorso anzitempo. Farlo oggi o domenica, garantirebbe a tutta la squadra il vantaggio di avvicinarsi alla finale con una settimana intera di lavoro, senza ulteriori carichi di stress e acido lattico derivanti da un’eventuale “bella” infrasettimanale.

Ed è questo che tutti sperano. A partire da Lorenzo Bucarelli, che con Cantù è alla sua terza semifinale consecutiva: «Arrivare a questa partita sul 2-0 era molto importante e siamo ovviamente soddisfatti di come sono andate le due partite giocate a Desio. Sappiamo benissimo che Udine cercherà di dare tutto per rimanere nella serie e che ci aspetteranno agguerriti in un ambiente caldo. Noi però dall’altre parte siamo altrettanti motivati perché vogliamo provare a chiudere la serie».

Se Cantù ha capito la lezione - pesantissima - dello scorso anno, non c’è prova migliore di questo appuntamento in terra friulana. Se Cantù ha scacciato quei fantasmi, lo scopriremo questa sera. Perché un anno fa, contro Pistoia, il quadro era esattamente identico a quello attuale. Quarti di finale vinti tutto sommato agevolmente - un anno fa con meno patemi contro Nardò, sebbene con un identico 3-1 -, semifinale cominciata alla grande con un 2-0 interno. La strada sembrava spianata contro Pistoia, ma tutti i tifosi ricordano bene il patatrac delle due sconfitte in Toscana e gara 5 giocata in campo neutro a Casale Monferrato, per la squalifica del campo.

Cosa sembra dire la Cantù, versione 2023/24? In questi playoff stanno emergendo una ritrovata solidità, pochi momenti di blackout pericolosi e, soprattutto, un’ottima tenuta difensiva. Elementi emersi specialmente contro Udine e che hanno consentito alla squadra di Cagnardi di vincere le prime due sfide, sebbene senza vantaggi abissali.

Ma la finalissima è lì da prendere: “basta” solo ripetersi e, soprattutto, non ripensare troppo all’occasione gettata alle ortiche un anno fa.

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