Denik&Ricky, premiata ditta: «Crescere sempre è importante»

Basket A Quando il momento di Cantù lo richiede, De Nicolao e Moraschini arrivano sempre. Il play ancora tra i migliori: «Un po’ alla volta stiamo diffondendo il nostro sapere ai ragazzi»

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Quando il momento lo richiede, loro arrivano sempre. È successo contro Reggio Emilia, la storia si è ripetuta contro Cremona. Riccardo Moraschini con punti e difesa, Andrea De Nicolao con regia e triple chirurgiche. Da “l’8 e il 9”, ossia la coppia Baldi Rossi-Moraschini, al volgere dell’estate si è passati a “il 9 e il 10”, Moraschini-De Nicolao. Insieme hanno preso per mano Cantù contro Cremona e l’hanno portata a un successo preziosissimo.

«Con Cremona non era facile»

Ed è il play a prendere la parola per commentare la vittoria di domenica, Per lui 10 punti, con un 2/2 da tre, un 4/4 ai liberi e 4 assist: «Cremona era in un momento positivo, galvanizzata anche da una vittoria a Bologna. Non era facile affrontarli: nei primi due quarti loro sono andati molto forte. Noi? Siamo stati altrettanto bravi a rimanere sempre in partita e ad affondare il colpo».

Esattamente a questo servono i giocatori con qualche primavera in più sulle spalle, meglio se italiani e fini conoscitori del campionato: «L’esperienza aiuta a riconoscere i momenti-chiave della partita e capitalizzare quando è il momento giusto. Devo dire che anche Moraschini domenica ha disputato un’ottima partita: un po’ alla volta, stiamo diffondendo il nostro “sapere” anche ai ragazzi...».

Cantù è piaciuta per la ritrovata attenzione e per la capacità di andare a rimbalzo per lanciarsi in contropiede: «È quello che vogliamo fare sempre. Con queste basi, giocatori come Sneed e Gilyard hanno la possibilità di sfruttare meglio il campo aperto. Più rimbalzi prendiamo in difesa e più possiamo essere efficaci nei primi otto secondi, portando in partita quei giocatori che tendono a questo tipo di gioco».

Il passo in avanti è stato evidente, ma Cantù è ancora un cantiere aperto: «Siamo solo all’inizio e da sistemare c’è ancora tanto. Ma è più facile aggiustare le cose con il morale alto, prendendo gli elementi positivi che lascia una partita vinta. Fino alla fine, ci sarà sempre qualcosa da limare, l’importante è farlo ogni settimana, con l’idea di crescere e migliorare. Non siamo una squadra “senior”, fatta e finita, ma siamo in continua evoluzione e crescita. Ed è bello anche così».

«Due sfide di primo piano»

Qual dato delle 17 palle perse vi fa riflettere? «I numeri dicono tanto, ma non tutto. Una palla persa può avere mille spiegazioni, come la conoscenza tra i giocatori, degli arbitri, degli avversari, ma anche delle spaziature in campo. Una palla persa può essere una forzatura, ma anche il frutto della volontà di fare una determinata cosa insieme: quando è così, è accettabile».

Passata Cremona, arrivano Sassari e Udine. È una settimana già importante per Cantù: «Per i nostri obiettivi sono due sfide di primo piano. Giovedì affronteremo una Sassari ferita e sarà durissima. E contro Udine, dopo le battaglie in A2, sarà un’altra partita delicata».

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