
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Domenica 11 Maggio 2025
Eagles, coreografia e sfottò
Colore C’è in ballo la serie A, baby: i cuori si uniscono, le coreografie migliorano e la gente si muove più volentieri
Cantù
Eccoli qua i playoff, finalmente. Dopo tante domeniche (e mercoledì…) un po’ sonnecchiose, dopo partite che contavano sì e contavano no, ora si fa davvero sul serio. In campo e sugli spalti, tutti sanno bene di cosa si sta parlando. C’è in ballo la serie A, baby: i cuori si uniscono, le coreografie migliorano e la gente si muove più volentieri. Figuriamoci se l’avversaria è la Fortitudo, lo spauracchio che tutti avrebbero voluto evitare. Però, probabilmente, anche la miglior squadra del lotto delle big per testare grinta, determinazione e testa.
Il popolo canturino non si è fatto attendere o pregare. Con la promozione per assistere a due partite – già, domani si torna a palazzo per gara 2 – sono arrivati al PalaFitLine 4 mila spettatori, 4007 per la precisione. Tutti “veri”, perché slegati dall’abbonamento. Chi c’era, si è comprato il biglietto, a parte forse qualche sponsor.
Era annunciata una bella coreografia, soprattutto nel prepartita con i giochi di luce bianca e azzurra alla presentazione delle squadre. Bell’effetto, tutto molto ben riuscito. Sugli spalti, era stato chiesto ai tifosi di indossare maglie o canotte bianche sul lato lungo, blu sul lato corto.
Adrenalina ed energia, decibel aumentati: questo significa playoff. Un contributo in tal senso l’ha dato il settore ospiti, occupato dalla Fossa dei Leoni, la tifoseria organizzata di Bologna: 150, con tamburi, megafoni e bandieroni. Particolarmente disprezzati dai dirimpettai canturini. Oltre alla rivalità storica, di piazza, ora c’è anche quella di mentalità. Perché i fortitudini sono arrivati a Desio, pur con restrizioni sull’acquisto dei biglietti, solo nominali.
Accolti con bordate di fischi, nel primo quarto gli Eagles hanno riservato loro un primo striscione: «Una volta leoni con mentalità, ora senza dignità, figli di p…».
Applauditissimo l’altro striscione, alzato in curva a inizio ultimo quarto: « Di Leone c’è solo il Papa». Seguito dal coro: «I leoni non ci sono più». Del resto, il tema della coerenza, nelle curve, è ai primissimi posti. Ecco perché gli Eagles, giovedì sera al PalaDozza, non ci saranno: la “battaglia” contro i biglietti nominali riservati solo ai tifosi della curva ospiti, non si arresta di certo per i playoff. E a Bologna, il settore ospiti sarà vuoto, come già successo in campionato al PalaDozza e ogni volta in cui l’Osservatorio ha previsto restrizioni.
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