Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Sabato 08 Novembre 2025
Ecco il film sugli Eagles: «La nostra storia continua»
Presentata la pellicola alla presenza di sindaco e tifosi
«Una grande realtà di una piccola città», un titolo che dice tutto. È quasi un manifesto che ingloba il docufilm che racconta i primi 35 anni degli Eagles, il gruppo ultras canturino. È il regalo di compleanno che i tifosi si sono fatti per raccontare l’impegno, la passione, le trasferte, le gioie e le delusioni di una curva che ha girato l’Italia e l’Europa. Sempre al fianco di Pallacanestro Cantù, ovunque fosse impegnata. Dagli albori, dalla scelta del nome, fino alle sfide odierne. Nei palazzetti e sul territorio, dove ormai “Eagles” è diventato un marchio di fabbrica, con tante iniziative di solidarietà e volontariato. E la festa al Bersagliere, marchio di fabbrica del gruppo.
Ieri il film è stato presentato al Teatro San Teodoro – in platea anche il sindaco Alice Galbiati e il sottosegretario di Stato al Ministero degli Interni Nicola Molteni - davanti a tifosi, alla squadra e alla dirigenza di Pallacanestro Cantù. Ad accompagnare gli spettatori in questo viaggio, tutti i “vecchi”, i grandi capi e fondatori. Ma anche le nuove leve, che hanno raccontato il “cursus honorum” all’interno della curva. Ma perché Eagles? L’ha spiegato Francesco “Juary” Morabito, il leader del gruppo: «La scelta era tra Eagles, Sturm und Drang e Onda d’urto. Abbiamo scelto Eagles, per la continuità con il gruppo che c’era prima. Con Corrado siamo passati ai colori sociali biancoblù, quelli sociali. L’ispirazione? Ce l’ha data la curva del Partizan Belgrado, maestri di tifo». Tutto nasce al Pianella luogo di culto, sottolineato anche dal contributo di Massimo Marianella, giornalista di Sky e notoriamente tifoso canturino. «Pianella è casa, io mi sono anche sposato», ha sottolineato Juary.
I successi: la prima coppa sollevata da Cantù, la Korac contro Madrid. Decine e decine di aneddoti, le amicizie nate con i tifosi del Como, ma anche di Montecatini, Pesaro e Napoli. E le ovvie inimicizie con Varese, Milano e, più recenti, con Caserta e Pistoia. Lo striscione che fece commuovere Pozzecco. Ricordate le centinaia di trasferte, anche quelle durante il Covid. E poi il volontariato e la beneficenza, fari nel cammino degli Eagles, con centinaia di migliaia di euro. «Abbiamo fatto un lungo cammino – ha detto Juary dal palco - eravamo giovani ora meno. Qualche marachella l’abbiamo fatta. Ma siamo una famiglia». E la storia continua...
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