
Pallacanestro Cantù / Como cintura
Domenica 22 Giugno 2025
Fabio, uomo del destino. «Sì, quella mia tripla il vero punto di svolta»
La giocata di Valentini fondamentale per Cantù. «Vincere con Cividale ci ha liberato dalla frustrazione. Ora mi sento pronto per il salto, ma deciderà il club»
BASKET
Sliding doors canturine, nell’anno della promozione della S.Bernardo. Qual è stato l’episodio che ha - o potrebbe aver - cambiato la stagione? Da Brienza in giù, l’hanno citato più o meno tutti: il tiro da tre punti messo a segno da Fabio Valentini sull’ultima sirena, che ha regalato la vittoria nella sfida interna contro Cividale lo scorso 12 febbraio.
Un tiro dettato da una lucidissima follia, scagliato quando mancavano due secondi alla fine della partita, con Cantù sotto di 2 punti contro i friulani. Si stava materializzando la sesta sconfitta consecutiva per la squadra di Brienza. Poi, è arrivato lui, il play con il vizio delle triple, che ha risolto la situazione: 78-77 per Cantù. È iniziata un’altra stagione.
Tutti a commentare, ma il diretto interessato che ne pensa? «Beh, effettivamente credo che qualcosa sia scattato in tutti noi. Perdere quella partita voleva dire arrivare a sei ko consecutivi: sarebbe stato inaccettabile e non solo per la classifica».
«Un toccasana»
I fotogrammi di quegli istanti finali sono scolpiti nella memoria di Valentini: «Ricordo bene l’azione. Sono rientrato in campo nel finale: guardavo il punteggio, stavamo perdendo. Quando Redivo è andato a tirare due liberi mi sono detto che sarebbe stato impossibile vincerla. Ma ha sbagliato il secondo e la fiammella si è riaccesa. Ricordo la mia corsa e Moraschini che mi passa la palla a 2 secondi dal termine. Senza pensarci, tiro ed esulto, ma mancavano alcuni centesimi… Redivo ha tirato e ho pregato che sbagliasse e così è andata. Abbiamo liberato la frustrazione che avevamo dentro».
Cantù se l’è proprio vista brutta, quel canestro ha rimesso le cose in chiaro: «Tutte le squadre hanno attraversato momenti difficili, quella vittoria è stata un punto di svolta. Anche per la classifica è stata un toccasana, ricordo che se avessimo perso saremmo scivolati, perdendo parecchie posizioni e il morale sarebbe andato sotto i tacchi. Ci dava fastidio quella situazione, ma tutti devo dire che ci sono stati vicini, dalla società ai tifosi».
Cos’è cambiato poi? «Abbiamo preso piena consapevolezza di chi fossimo. È infatti, un mesetto dopo, abbiamo vinto la Coppa Italia. Da lì tutto è andato sempre meglio».
«Minutaggi e condizione»
Fino ai playoff, che hanno presentato subito il conto, ossia un quarto di finale tosto contro la Fortitudo: «Trovare Bologna da secondi classificati credo non sia bello per nessuno. Vuol dire andare al PalaDozza due volte e se avessimo sbagliato una delle due in casa sarebbe stato un problema vero. Ma anche in quella situazione, ci siamo dimostrati compatti: quella serie ci ha dato altre certezze».
Cantù a quel punto era lanciata verso la serie A: «Ho pensato che se avessimo giocato sempre come contro Bologna, non ci sarebbero state molte speranze per le nostre avversarie. Rieti e Rimini sono due ottime squadre, ma a quel punto avevamo qualcosa in più. I grandi finali? Abbiamo giocato come volevamo. Poi sicuramente hanno influito la gestione accorta dei minutaggi e la condizione».
La vittoria dei playoff è stata una soddisfazione doppia per Valentini: «Ho dato tutto quest’anno, vincere regala sempre qualcosa in più. E poi è la mia prima promozione, dopo aver vinto due coppe. Avevo perso due anni fa, a Forlì, contro Piccoli che giocava a Cremona…».
Ora, Valentini spera di restare: «Ho contratto, ma deciderà la società. La mia prima e unica scelta, per ora, è Cantù, mi sento pronto per il salto. Se così non sarà, porterò sempre città e tifosi nel cuore».
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