Hogue, colosso Cantù. «Saranno playoff duri, ma noi siamo pronti»

Il centro americano prepara la post season. «Il livello delle nostre prestazioni è in crescita. Dovremo essere bravi a gestire i momenti complicati»

BASKET

Dategli pure del “centro bonsai”. Ma Dustin Hogue è stata una presa importante e di spessore per Cantù. Lo dicono i dati sul suo utilizzo, il suo score, la sua continuità di rendimento. Lo dice il suo bagaglio d’esperienza, accumulata in Italia e in Europa.

Per lo statunitense, con un passato italiano a Trento e a Rieti, anche due presenze importanti nelle classifiche individuali: è il giocatore della lega più preciso da 2 con il 66.9% di realizzazione ed è quarto nella statistica dei rimbalzi offensivi, con una media di 3 a partita.

Tallone d’Achille? I liberi. Hogue compirà 33 anni il 30 giugno, una vittoria ai playoff sarebbe un grande regalo di compleanno.

È in forma

In forma Hogue, in forma Cantù, come conferma lo stesso giocatore, arrivato in Brianza i primi di dicembre. Un tesseramento reso possibile dal cambiamento di status di Grant Basile, da giocatore extracomunitario a giocatore di formazione italiana dopo l’esordio in Nazionale: «Siamo in un momento positivo, visto che abbiamo vinto quattro delle ultime cinque partite. Era importante arrivare ai playoff avendo trovato una continuità di risultati e direi che ci siamo riusciti, lavorando tanto di squadra in palestra e si sta vedendo. Il livello delle nostre prestazioni è in crescita ed è giusto così, perché questo è il momento della stagione che davvero conta».

Una partita alla fine, poi ci saranno due settimane senza impegni prima dei playoff. Questa la ricetta di Hogue per non farsi trovare impreparati: «Dobbiamo continuare così. La squadra è compatta e ogni giorno in palestra spingiamo al massimo. Saranno dei playoff molto duri, lo sappiamo, e dovremmo essere bravi a gestire i momenti più complicati. La solidità farà la differenza, ma siamo pronti».

Se un anno fa a Cantù c’era un “problema lunghi”, quest’anno c’è addirittura un overbooking, che sta accrescendo la sana concorrenza tra i vari protagonisti. Com’è la convivenza? «È un reparto molto completo – ammette Hogue - Okeke e Possamai sono due ragazzi giovani, con tante potenzialità e possono ancora crescere molto. Hanno caratteristiche diverse rispetto a me, essendo più verticali e nel complesso ci completiamo bene. Io cerco di elargire loro qualche consiglio, avendo un po’ di esperienza in più».

«L’Italia seconda casa»

Esperienza che Hogue ha accumulato anche in serie A, con tre stagioni a Trento dal 2016 al 2019 e la scorsa annata a Rieti.

Un legame con l’Italia è innegabile: «Non ho mai negato di amare particolarmente questo Paese e lo considero la mia seconda casa. Anche questi mesi a Cantù hanno confermato tutte queste mie sensazioni. Qui si vive molto bene e io e la mia famiglia siamo perfettamente a nostro agio. Quindi non posso che essere soddisfatto: sono felice che la mia carriera mi abbia dato la possibilità di passare tutti questi anni in Italia».

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