Incombe Trieste: «Cantù, cresciamo
nella mentalità»

Basket A2 Coach Cagnardi parla della sfida di domani: «I prossimi avversari giocano una pallacanestro diversa con la ricerca del vantaggio già nei primi otto secondi»

Forze pari, dovrebbero scontrarsi alla pari. Pari, sicuramente, Cantù e Trieste lo sono dal punto di vista emotivo: entrambe sono reduci da una sconfitta all’esordio nella fase a orologio. Ora Cantù ha la necessità di rimettersi in carreggiata, soprattutto per motivi di classifica, dal momento che Torino è tornata a -2. E domani - palla a due alle 20.30 in anticipo al PalaFit Line di Desio - è il momento di riprendere il (bel) discorso che ha portato la S.Bernardo a inanellare cinque vittorie consecutive, prima del ko a Orzinuovi. Con un Bucarelli ancora non del tutto a posto con la caviglia e vari acciacchini (Burns, Nikolic)

Il “visionario”

Ne è convinto anche coach Devis Cagnardi che, ieri, ha presentato la sfida contro Trieste, squadra reduce dalla sconfitta interna contro Roma: «Gli avversari sono in un momento non felice e arrivano da una sconfitta, come noi. Quindi, la nostra reazione deve come minimo pareggiare la loro voglia di tornare a vincere».

Trieste, altra nobile decaduta, ha chiuso la prima fase in quinta posizione e - priva dell’americano Justin Reyes - è una squadra molto particolare, allenata dal tecnico statunitense Jamion Christian, che qualche addetto ai lavori ha definito “visionario”: «Trieste gioca una pallacanestro diversa, con la ricerca del vantaggio già nei primi 8 secondi. Un tipo di gioco così, prevede anche punteggi alti. Non so se il mio collega sia un “visionario”: io credo che nel basket non ci sia più nulla da inventare. Ma è vero che il futuro della pallacanestro va in questa direzione».

La prima giornata ha confermato le difficoltà dell’incrocio con l’altro girone: «Ce lo aspettavamo, sono cose che diciamo da sempre e non lo dico perché abbiamo perso. Ora è una battaglia per tutti, chi per andare ai playoff e chi per salvarsi. Diciamo anche che il girone Rosso nel primo turno ha giocato in casa, quindi aveva il vantaggio del fattore campo: ci sono risultati apparentemente anomali, ma che invece rientrano nella logica della stagione. Quindi, serve prepararsi al meglio emotivamente e tecnicamente».

«Non sono preoccupato»

Sofferenza sotto canestro, Nwohuocha può essere un’alternativa? «Noi soffriamo i giocatori interni. Curtis è diverso, lui è più interno dei nostri, ma non è altissimo, 2.02, e ci può dare aiuto nel rimbalzo e nell’energia. E sta lavorando bene». Discorso diverso per Berdini, meno punti ma più crescita: «In pieno processo di maturazione, ci sta dando una mano come vice Hickey, come è successo contro Vigevano risultando la chiave del successo, o come guardia».

Preoccupa più il fatto che Torino si sia riavvicinata o che sia riemersa la difficoltà nell’affrontare squadre meno quotate? «Non sono preoccupato, vedo però che Torino si è riavvicinata ed è nei loro confronti, realisticamente, che si fa la corsa. Il nostro processo di crescita non si è fermato a Orzinuovi, dove ancora una volta siamo stati capaci di rientrare in partita. Dobbiamo crescere nella mentalità: serve una forza mentale nel capire che tipo di basket esiga la serie A2. Se hai tecnica superiore, ma non sei pronto a dare “schiaffoni”, puoi rischiare con tutti».

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