Italian do it better. Il quintetto di Cantù che ha svoltato la partita

Analisi Impressionante, ad esempio, quel quintetto del 30°, usciti dall’ultimo mini intervallo

Cantù

Si fa presto a dire brocchi. E a catalogare il -40 di Trento, all’esordio, come il naufragio di una squadra costruita storta e con un gruppo di italiani non all’altezza. Un attimo a tirare sul banco degli imputati la mancata freschezza di Riccardo Moraschini e Andrea De Nicolao, la poca abitudine a partite di alto livello di Giordano Bortolani, la scarsa tendenza di Basile nel piegare le gambe per difendere e il fuori giri di Leonardo Okeke, un altro di quelli che mancava da un po’ dal giro che conta.

E invece nel basket, un po’ come accade nello sport più in generali, ecco subito la smentita. Secca. Sette giorni più tardi. Con l’Acqua S.Bernardo Cantù che piega la Una Hotels Reggio Emilia in rimonta, portata a braccia verso la prima vittoria proprio dalla pattuglia tricolore. Per una sorta di Italians do it better, visto quello che hanno contato sul risultato Bortolani, De Nicolao e Moraschini. Oltre a Basile, ovviamente, ma che noi per semplicità continuiamo a considerare il sesto straniero.

Un dolce stilnovo. Quasi dolcissimo. Impressionante, ad esempio, quel quintetto del 30°, usciti dall’ultimo mini intervallo. Denik a menare le danze, Bortolani a metterla, il capitano a fare a manate contro tutto e tutti, l’italoamericano a spingere lontano da canestro e Okeke e cercare di tener lontani i reggiani dal pitturato. Durato quel che è durato (Brienza poi l’ha vinta quando ha deciso di mettere Basile sotto e Ajayi a far valere chili e stazza), ma giusto il tempo per dire a Reggio Emilia che se pensava di andar via forse sarebbe stato meglio rivedere i piani.

Bortolani non ha mai smesso di dare continuità all’attacco e questo fato è una sorta di toccasana per le ambizioni canturine. Perché se il club ha scelto il 5+5 un motivo ci sarà (lui e Basile) e se appunto questi due più Okeke (è atteso alla controprova e deve sbloccarsi) continueranno a garantire minutaggi importanti alla fine la S.Bernardo potrà trarre giovamento (pure economico) dall’utilizzo dei giovani italiani. Aspetto questo che non va per nulla sottovalutato.

A impressionare, però, sono stati De Nicolao e Moraschini, anche a livello mentale. Il primo ha spiegato perché lo si era tanto rincorso l’anno scorso e come sia riuscito a vincere la concorrenza interna (Valentini) di fine stagione. Lui è fatto per questo campionato. Ha l’esperienza e i tempi. Quando il coach si è accorto che Reggio in calo andava attaccata con costanza non a caso ha scelto l’ex capitano di Venezia anche in coabitazione con Jacob Gilyard. Ed è stata musica per le orecchie dei brianzoli.

Poi, c’è il capitano. Di ventura. Al secolo Riccardo Moraschini. Una sorta di Super Mario Bros del parquet biancoblù.Al di là dei ruoli, ha catturato un paio di rimbalzi e subito altrettanti falli nel momento più delicato della gara. Sono cose, sì, che finiscono dentro le statistiche, e si possono leggere, ma altrettante sono quelle che magari non si vedono, ma si sentono.

Compreso qualche cazziatone tirato qua e là quando serviva e alcuni passaggi dagli arbitri per chiarire l’aria che stava tirando. Insomma, cose giuste al momento giusto. Per dire anche che Trento è stata una parentesi negativa e che se Brienza ha voluto puntare sull’esperienza dei due, confermandoli dall’anno scorso, un motivo ben preciso ci sarà. Li si aspetta alla controprova. a Cominciare da Trapani domenica prossima.

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