Lavori in... centro. Un reparto giovane e voglia di stupire

Cantù e lunghi, la carta d’identità non conta visto che la media dei quattro è di 24 anni e mezzo. Si è scelto d’investire sul futuro: colpaccio o azzardo?

BASKET

Ventiquattro punto cinque. Se vi viene meglio: 24.5. Non è che l’età media dei quattro lunghi della Pallacanestro Cantù. Ecco perché saranno lavori in... centro. Tra conferme (due) e novità (altrettante). Tra rookie (uno) ed esordienti (due) in A.

L’Acqua S.Bernardo, il direttore sportivo Sandro Santoro e il tecnico Nicola Brienza hanno scelto di puntare forte sul futuro. Investendo su giovani di qualità per provare a garantirsi non solo l’oggi. Ma evidentemente anche il domani.

Aspettando il campo

Il colpaccio della vita o un azzardo? Difficile dirlo a priori, con la prova del campo che è ancora lontana qualche giorno. Di certo ci sono quattro carte d’identità e del vissuto. Anche se diverso tra gli interpreti.

Cominciamo dal più maturo, Ifeoluwa Joshua Ajayi, al secolo Ife Jos. Con ventinove anni ancora da compiere (il 27 dicembre) è la punta dell’iceberg del reparto. Se l’alfa è Leonardo Okeke (22 anni), lui è l’omega. Nel mezzo, Grant Basile (che non sembrerebbe, ma ne ha già 25) e Oumar Ballo (23).

L’ex Torino si porta in dote, oltre all’ultima buonissima stagione, anche significative esperienze in Europa. Non ha, insomma, ancora esordito nella serie A italiana, ma ha abbondantemente rotto il ghiaccio. Sarà un collante utilissimo, oltreché un doppio backup vicino a canestro.

La stella, manco a dirlo, è destinato a essere Grant Basile, che ha scelto di rimanere per cementare la voglia di diventare un giocatore vero, da palcoscenici importanti e da Nazionale (italiana). Sa di avere una grande chance in un ambiente tutto sommato ovattato e di partire davanti a tutti. Brienza lo conosce molte bene e sa quanto potrà dare alla squadra, specie se crescerà in difesa, al momento il tallone d’Achille.

Vale lo stesso discorso, per rimanere nell’ambito dell’esperienza, per Leonardo Okeke. Un po’ come la storia dell’uovo e la gallina, francamente sfugge il fatto di chi abbia più scommesso sull’altro: se lui medesimo o Cantù. Sta di fatto che è finito il tempo di essere l’eterna promessa e quest’anno tocca tirar fuori tanto per far vedere che su di lui ci sono le aspirazioni di tutto il basket italiano, ct Gianmarco Pozzecco compreso.

La prima volta

Ed eccoci al rookie: Oumar Ballo. Che per la prima volta metterà zampa fuori dagli Usa e che ha tantissimo per essere un’aggiunta. Oltre ad averlo visto, Santoro e Brienza gli hanno anche parlato di persona. e la cosa ha avuto il suo peso. Tiene basso la media età, è vero, ma è anche quella freschezza che ci vuole per un ambiente che vive di emozioni.

Ora tocca a Brienza. Dal 21 agosto. Anzi, da qualche giorno dopo, perché proprio Ballo sarà impegnato nell’AfroBasket è si aggregherà più tardi. Prima del suo arrivo, durante e dopo, saranno veri e propri lavori in... centro.

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