Le cinque stagioni (non solo quelle) che hanno fatto grande Cantù

La storia Torna in A una grande protagonista del campionato di pallacanestro. Cinque perle da raccontare

Cantù

Le quattro stagioni in A2 ci avevano quasi fatto dimenticare la serie A. Ma un attimo dopo che l’Acqua S.Bernardo è tornata a impossessarsi del proprio abituale giardino di casa (64 le presenze tra Elette, Serie A e A1, le diverse denominazioni via via assunte dal torneo per eccellenza) ecco che i ricordi legati al massimo campionato sono tornati dapprima ad affiorare e subito dopo a manifestarsi in tutta la loro limpidezza.

E così abbiamo provato a focalizzare l’attenzione sulle cinque stagioni indimenticabili della Pallacanestro Cantù in serie A. Ovviamente non c’è nulla di scientifico né di metodologico e forse neppure di oggettivo nella scelta di questa manita di “momenti”. A guidarci è stato il sentiment. Con una doverosa premessa. Non si poteva esulare dai tre scudetti vinti e si voleva prendere in considerazione anche quest’ultimo quarto di secolo, pur se le principali glorie del club restano maggiormente datate. Insomma, non c’era che l’imbarazzo della scelta....

E allora diamo inizio al percorso verso la scoperta delle cinque perle.

Campionato 1967-68

L’Oransoda inizia con sei vittorie di fila, cade a Napoli e chiude l’andata con 9 successi e 2 sconfitte (l’altra in casa del Simmenthal). Poi uno stop a Bologna con la Candy, il quarto ko (sarà pure l’ultimo) di nuovo con Napoli stavolta al “Parini”, violato per l’unica volta in stagione. A tre giornate dal termine - ancora non c’erano i playoff - Cantù è in vetta da sola ma non ha un calendario agevole visto che deve andare a far visita alla Noalex Venezia (imbattuta alla “Misericordia”) e all’Ignis Varese per poi ospitare Milano (formazioni queste ultime due che hanno vinto gli ultimi 11 scudetti). I ragazzi di coach Boris Stankovic passano in laguna e pure a Varese di fronte a 1.500 tifosi giunti dalla Brianza. Il 7 aprile 1968 al “Parini” si presenta il Simmenthal campione d’Italia che viene piegato con il punteggio di 71-58. E per Cantù è il primo tricolore della propria storia. Componevano quella squadra Frigerio, Recalcati, De Simone, D’Aquila, Burgess, Marino, Della Fiori, Lynn, Nanni, Viola e Farina.

Campionato 1974-75

Intanto, una novità: il primo campionato - con 14 squadre - viene denominato A1, mentre il secondo - con 10 - A2. Dopo la regular season, le prime sei dell’A1 e le prime due dell’A2 (sarebbero state Saclà Torino e Jolly Forlì) avrebbero formato un nuovo girone a 8 che si sarebbe conteso lo scudetto in 14 partite.

Cantù chiude la regular season appaiata a Varese in testa. Alla vigilia del penultimo turno della poule la Forst ospita l’Ignis, staccata di due punti e unica rivale rimasta tra i brianzoli e il secondo scudetto. Ebbene, l’8 giugno al Pianella (palasport inaugurato otto mesi prima), il quintetto di coach Arnaldo Taurisano si scatena su Varese campione d’Europa trionfando per 94-71.

In pratica, la vetta conquistata il 24 novembre non viene più lasciata sino alla conquista del titolo. I protagonisti? Recalcati, Della Fiori, Farina, Marzorati, Lienhard, Meneghel, Cattini, Tombolato, Beretta e Cancian.

Campionato 1980-81

L’esordio per la Squibb è con sconfitta (la Pintinox Brescia passa a Cucciago per 99-98) e sono tre i ko nelle prime sette partite. Viene così tagliato l’americano Stotts e imbarcato Boswell. Il girone d’andata si conclude con 8 vittorie e 5 battute d’arresto. Nel ritorno subito un record di 7-2 e terza piazza al termine della regular season. Per la prima volta nel campionato viene inserita una seconda fase antecedente i playoff, denominata “orologio” con sei partite: la squadra di coach Valerio Bianchini la chiude con un record di 4-2 e conferma la terza piazza.

Superata Torino 2-1 nei quarti, la Squibb dà vita a una serie di semifinale memorabile con Milano culminata con il successo in trasferta in gara-3 per 85-84.

Ultimo atto con la Sinudyne Bologna, remake della finale scudetto dell’anno prima, questa però con l’eventuale terza gara da giocare in Brianza. Cantù domina la prima (98-69), perde la seconda (85-79) e il 25 aprile al Pianella si regala il terzo tricolore imponendosi 93-83. Squadra composta da Marzorati, Tombolato, Innocentin, Bariviera, Riva, Cattini, Flowers, Boswell, Masolo, Cappelletti, Bosa.

Campionato 2001-2002

Dopo dieci turni l’Oregon Scientic è quarta in graduatoria e il terzetto davanti è fantascientifico: Kinder Bologna, Benetton Treviso, Montepaschi Siena.

Quinta piazza al giro di boa, quattro successi negli ultimi cinque incontri del ritorno e regular season chiusa con 54 punti al quarto posto. La formazione di coach Pino Sacripanti trova la Siena di Ataman nei quarti e la serie al meglio delle cinque, Cantù la chiude sul 3-0. Il club biancoblù torna in una semifinale scudetto dopo quasi un decennio (1992-93) e affronta la Fortitudo Bologna. La prima al PalaDozza è senza storia (75-56), ma al Pianella è poi 1-1 (80-69). In piazza Azzarita monologo Skipper in gara 3 (84-64), ma a Cucciago si torna in parità (76-71). Il 5 giugno nella Dotta, ospiti all’intervallo sul +8 e poi sul +9 al 30’. Non basta, trascinata da Basile la “Effe” rimonta e fa suo il match per 68-64.

I protagonisti: A.Riva, Thornton, Gay, McCullough, Hines, Stonerook, Lindemann, Hoover, Ansaloni, Damiao, P.Riva, Bergna, Borghi.

Campionato 2010-2011

Cantù è reduce dalla semifinale scudetto dell’anno precedente sotto le insegne Ngc e con il nuovo sponsor Bennet doppia il girone d’andata al 3° posto. Nel ritorno fa ancora meglio e scavalca l’Olimpia Milano al 2° (22 vittorie e 8 sconfitte).

Nei quarti dei playoff liquida con un secco 3-0 Varese e in semifinale affronta un altro derby, quello con Milano. La squadra di coach Andrea Trinchieri fa sue le due partite interne, cede la terza al Forum, ma sempre ad Assago chiude i conti alla quarta sfida prevalendo per 74-62.

E così, trent’anni dopo l’ultima volta, Cantù torna a giocare una finale scudetto. L’avversaria è Siena, la serie al meglio delle sette partite. La Mps si aggiudica le prime due in casa, perde la terza al Pianella ma riesce a passare nella quarta per 69-65. Si torna così al Palaestra. È il 19 giugno 2011. Ospiti sotto di 3, con Markoishvili in lunetta con due personali a 5” dalla sirena. Realizza il primo, sbaglia di proposito il secondo, rimbalzo di Marconato che fa per appoggiare a canestro ma trova una selva di braccia che gli mortificano il tiro. Si poteva osare il fischio, anziché no. Tra gli arbitri prevale quest’ultima corrente di pensiero. Finisce 63-61, tricolore a Siena, applausi a Cantù.

Quell’annata in maglia Bennet i vari Micov, Scekic, Ortner, Markoishvili, Leunen, Marconato, Mazzarino, Mian, Urbutis, Diviach, Maspero, Abass Green.

© RIPRODUZIONE RISERVATA