L’Nba qui, Cantù non molla e va avanti

Basket Operazione milionaria per portare gli Indiana Pacers alla prima della nuova arena, ma non spaventa la cifra

L’Nba qui, Cantù ci crede. Anzi, non molla e prova ad andare avanti. Gli incontri, al fianco di Asm Global, a casa Indiana Pacers hanno acceso la fiammella. Sembrava solo una pazza idea, forse l’ennesima scommessa di inguaribili sognatori. Sta di fatto che, una volta rientrata in Italia la comitiva di imprenditori sotto il grande ombrello di Cantù Next e Cantù Arena, è subito cominciata l’operazione verifica. Dei conti, ma non solo.

Ci vuole una cifra a 6 zeri (dollari o euro poco conta) per provare a muovere una franchigia del più popolare campionato del pianeta e portarla in Europa. Figuriamoci poi in Italia. Figuriamoci infine in Brianza.

Credibilità, ma non solo

E, anche se con... solo un 1 davanti ai 6 zeri, si ha la misura di quel che è arrivata a essere la compagine che si è messa in testa di costruire la nuova arena in città. Di una credibilità e di una solvibilità tali da renderla un vero e proprio esempio nel mondo sportivo e imprenditoriale. Non solamente perché sarà la prima società ad avvalersi della Legge Stadi, in Italia. Quindi, di per sé, già un fenomeno da studiare.

A Indianapolis, la scorsa settimana, Andrea Mauri, l’ad delle due Cantù (Next e Arena), e Joe Rizzello, l’uomo di Asm in Italia e cioè colui che poi gestirà la struttura una volta conclusa, hanno incontrato - su indicazione del gm Sandro Santoro, che con lui aveva giocato a Reggio Calabria - Kevin Pritchard che, essendo il presidente della parte sportiva dei Pacers, è anche uno degli uomini più influenti di tutta l’Nba.

«Ma voi verreste a giocare la partita inaugurale della nostra nuova arena?», tra il serio e il faceto, quando la proposta è partita, la discussione è decollata. Messa così, prevederebbe tutta una serie di passaggi con la casa madre, intesa come la lega professionistica, e questo complica di non poco i piani.

Perché? Perché per programmare eventi di questa portata ci si deve muovere con larghissimo anticipo: due, anche tre anni. E quindi, per essere certi di avere Indiana qui, bisognerebbe anche “scommettere” sul “fine lavori”, per evitare che il sogno si trasformi in un incauto investimento. Quindi, pur nella fretta, bisognerebbe usare la massima cautela.

Ma c’è un piano B, e lo abbiamo già anticipato ieri, ovvero coinvolgere la squadra di G League dei Pacers, aggregare allenatore e un paio di giocatore di Indiana e quindi pensare a partita, clinic ed eventi. Adesso però potrebbe anche scattare un piano B2. Stimolantissimo. verificare - tra ticketing, sponsor e impegno di Asm Global - la fattibilità economica dell’operazione e bloccare data e squadra Nba.

E se fosse Desio più?

Incrociando, ovviamente, le dita nella speranza che nulla osti al piano lavori dell’arena. Prevedendo, in caso di ritardi, di giocare in altro campo (tipo allestire un Desio vestitissimo a festa) e tenendosi un jolly, magari da piani alti dell’Eurolega, per la partita inaugurale nella settimana di eventi per l’apertura ufficiale dei nuovi spazi.

Conoscendo la cocciutaggine di Andrea Mauri e la concretezza degli imprenditori delle due società, difficile che in questo momento Cantù decida di mollare il colpo. Anche perché con al fianco un partner privilegiato come Asm Global, che nel mondo ha già fatto grandi cose, tutto sarebbe possibile. Quindi, non si molla. Per andare avanti.

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