Moraschini, le carte che ha in mano Cantù

Il mercato Dal rapporto con il gm Santoro alla forte amicizia con Baldi Rossi, le mosse per convincere l’ex azzurro. Progetto ad ampio respiro, con una stagione da protagonista e la possibilità di prolungare e diventare testimonial

È il momento di fare vedere le carte che si hanno in mano. Perché il tempo stringe. E, allora, Cantù cala gli assi. Fondamentale in questi casi, ma non è tutto, la questione economica. Se invece la si mette sul cuore e sulle motivazioni, entrano in ballo discorsi più profondi.

L’Acqua S. Bernardo sa di potersi giocare un paio di jolly fondamentali nella trattativa per portare in biancoblù Riccardo Moraschini. Due su tutti, e sono riconducibili al general manager Sandro Santoro e al capitano Filippo Baldi Rossi.

Fattore 1 e 2

Ma andiamo per ordine. Moraschini e Santoro sono stati insieme a Mantova, per entrambi uno dei trampolini della carriera da giocatore professionista e dirigente. Conoscendo l’ars oratoria del gm pugliocalabrese non abbiamo dubbi su una cosa: vuoi che in uno dei tanti colloqui, Santoro non abbia toccato le corde della guardia di Venezia: «Siamo partiti insieme, siamo diventati grandi proseguendo su strade diverse, che ne dici di ricongiungerle ora, per un progetto ambizioso e un traguardo che potremmo raggiungere insieme?».

Parola più parola meno, il tentativo di persuasione, ai botteghini degli addetti ai lavori è, ovviamente, nemmeno quotato. Così come non è quotata una telefonata (ci spingiamo oltre, un incontro là a casa, Cento o dintorni?) di Filippo Baldi Rossi. E non solo per un mero discorso aziendalistico, ma per il vissuto sportivo.

Entrambi classe 1991, i due sono migliori amici: un rapporto nato nelle giovanili della Virtus Bologna, dove hanno vinto tutto insieme nell’Under 17 e 19 con il gruppo guidato da Giordano Consolini. Lui, attuale capitano di Cantù, che alla maglia ha giurato fedeltà rinunciando al ricco contratto di Trapani, è senza dubbio il testimonial perfetto della Brianza Land, quindi un peso non di poco conto ne avrà.

E qui entrano in ballo anche le altre figure: in ordine di apparizione, Federico Casarin (presidente della Reyer Venezia, che ha ancora Moraschini sotto contratto fino al termine della stagione), Matteo Comellini (agente del giocatore), Roberto Allievi (numero canturino) e Devis Cagnardi (allenatore biancoblù).

Fino ad Allievi compreso, sotto la super regia di Santoro, sono solo discorsi di autorizzazioni (a trattare) e trattative (economiche). Cantù sa di avere tra le mani un giocatore importante, che proprio qui potrebbe definitivamente rilanciarsi, lasciando alle spalle il passato più prossimo, e quindi la base di partenza non può che partire da un contratto per l’attuale stagione (con aiutino, ovvio, di Venezia) più un altro - pesante - di un paio di stagioni.

Contratto con vista arena

Anche in questo caso, per toccare le corde di Moraschini, Allievi ha parlato chiaro: un prolungamento che dia la possibilità di diventare uno dei testimonial agonistici fino all’inaugurazione della nuova arena. Un giocatore-simbolo, insomma, al quale consegnare anche chiavi non solo tecniche.

Per Cagnardi, invece, si tratterebbe di un autentico toccasana. Giocatore poliedrico, in grado di giocare non solo da “2”, ma pure da “1” e da “3”. Il massimo dal punto di vista tattico e senza nemmeno il rischio di far arrabbiare i giocatori ai quali sottrarrà minuti, perché si parla di gente che ormai viaggia dai 33 ai 40 a partita.

Intanto, strada parallela, si sta battendo anche quella che porta a un lungo. La scelta, ormai è certo, ricadrebbe su un giocatore di serie A. E anche questo darebbe la misura delle ambizioni di Cantù

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