Moraschini a nudo: «Così non basta? Pronto a dare di più»

Basket La settimana scorsa nel mirino: «Spero di far fare il salto di qualità che mi si chiede»

Facile finire nel centro delle polemiche, se ti chiami Riccardo Moraschini, hai giocato in Eurolega e i risultati non arrivano. Tra i tanti – coach, dirigenti, giocatori - finiti al centro delle polemiche nell’ultimo periodo a Cantù, l’ex Reyer è stato uno dei più bersagliati. Ovvio: tante aspettative, se non soddisfatte, generano interrogativi e critiche. Ma lui riparte da una certezza: «I conti si fanno sempre alla fine, sicuramente la mia voglia di vincere c’è sempre e non mancherà da qui in avanti».

Ospite di Le Basket News, il giocatore della S.Bernardo non si è sottratto. Anzi, ha anche messo qualche accento su ciò che, a suo parere, ancora non gira a Cantù. Partendo però dalla vittoria contro Piacenza: «È stata molto importante per noi e per la classifica. Serviva un a reazione, ha vinto chi ha dimostrato di avere più voglia: c’è tanto da migliorare, se vogliamo esprimere fino in fondo quel grande potenziale che la squadra sicuramente possiede».

Contro Piacenza si è rivisto Moraschini play, una veste non nuova per lui: «Mi piace, la mia miglior stagione la disputai a Brindisi da play, può essere un’idea per il futuro. Io un’alternativa a Hickey e Berdini? Piuttosto un supporto: abbiamo caratteristiche diverse, per lettura, fisicità e ed esperienza. Avendo giocato ad alti livelli, sono qualità che possono essere d’aiuto, senza pestarci i piedi ma solo facendo la cosa migliore per portarci alla vittoria».

Trasparenza

Con grande trasparenza, Moraschini ha individuato anche criticità che, a questo punto, sarebbe ora di sistemare: «Bisogna ripartire dalla voglia e dalla durezza che, a tratti, abbiamo avuto contro Piacenza. Dobbiamo essere un po’ più solidi, magari anche più brutti da vedere, ma più efficaci». E ancora: «Negli sport di squadra tutti devono darsi una mano, dobbiamo aiutarci maggiormente. Se qualcuno non sta rendendo al massimo, la responsabilità è metà personale e metà di squadra».

Sulle critiche che commenti e social gli hanno riservato, la prende con una certa filosofia: «Posto che non leggo i social, penso di aver iniziato bene la fase a orologio. Se il salto di qualità che mi è stato richiesto non c’è stato, spero di portarlo al momento giusto. Ed è quello che stiamo per vivere».

Avanti

Nessun arretramento sui problemi: «Penso di essermi inserito bene nel gruppo, ma capisco che non sia immediato inserire un giocatore con il mio bagaglio. Chiaro che quando le vittorie non arrivano, si vanno a cercare le figure di riferimento. Cosa manca? Credo che in generale si debba muovere di più la palla, troppe volte si tira ai 24”, io stesso devo inventare qualcosa: spesso si palleggia troppo e alla fine si forza». Per questo finale, Moraschini auspica anche che «si trovino le gerarchie: dalla mia esperienza, se ci sono poi tutto funziona meglio. C’è da lavorare da questo punto di vista».

Sfide in arrivo, la prima venerdì contro Forlì: «Bella squadra, forse senza un grande talento, ma che sa dove vuole andare e lo fa con continuità nella partita». E, finisse ora il campionato, l’avversaria ai quarti sarebbe Cividale: «È imbattuta nell’orologio, sarebbe una bella sfida. Ma se vogliamo vincere i playoff, qualsiasi squadra va affrontata e battuta».

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