«Non mi sento vincente. E ora solo passi giusti»

Basket Brienza, eroe della promozione di Cantù: «L’aspetto romantico va a colmare le energie nervose»

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È stato profeta in patria e non capita a molti. Nicola Brienza, il canturino chiamato a riportare Cantù in serie A, ce l’ha fatta: «C’è un peso molto più forte, professionale e sociale. Ti godi i momenti belli e, se arriveranno momenti brutti in A, bisognerà provare a estraniarsi, senza leggere nulla. Qualunque commento detto o scritto, la senti due volte…».

Una sensazione che emersa più volte in questi giorni di interviste, feste e appuntamenti pubblici. E l’ha ribadito in redazione a “La Provincia”: «Ho più modo in questi giorni di vivere la città, mi fermano ovunque. L’aspetto romantico va un po’ a colmare le energie nervose che ho e abbiamo utilizzato durante l’annata. Oggi viviamo il romanticismo positivo, ma c’è stato anche quello meno positivo, dopo le sconfitte».

«Il bello della piazza»

L’abbraccio, alla fine, è stato sentito. Da parte anche dei più critici: «Sul parquet dopo la vittoria si è presentato un mio ex compagno di squadra: ha confessato di avermi insultato… Ma come? Facevamo la doccia insieme… La cosa bella è che chiunque incontri sono persone conosciute. Anche chi mi ha rinfacciato, due anni fa quando ero a Pistoia, di aver detto che sarei venuto a Cantù per provare a vincere, ora mi ha ringraziato. È bello anche questo».

Sente il peso del “vincente”, come Antonio Conte nel calcio, sempre obbligato a vincere? «Fa piacere, ma i premi individuali che ho vinto negli ultimi due anni sono figli della resa della squadra e perché ho avuto giocatori forti. Non credo di essere necessariamente un vincente, ma di certo ho sempre il desiderio di mettere i giocatori nelle condizioni di rendere al meglio. Idea è trovare gli incastri giusti dentro lo spogliatoio: anche chi gioca meno deve essere valorizzato».

In A, Brienza si è salvato dopo la promozione e senza budget sterminati. A Cantù da dove si riparte? «A Cantù c’è un club che ha una visione nel medio periodo, a Pistoia non c’erano troppe preoccupazioni per il domani, sapendo che qualche scommessa andava comunque fatta. Anche noi ne dovremmo fare, per forza. C’è però una base di partenza, che consente di guardare con tranquillità al futuro».

«La serie A ha più qualità»

Quale sarà l’obiettivo? «Stabilizzarsi e fare i passi giusti per il traguardo. Sperando che il nostro sia un percorso diverso, Treviso e Napoli hanno fatto 0-10 all’inizio: si sono salvate. È cresciuta la A2, anche la A ha più qualità: cercheremo di fare del nostro meglio».

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