
Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Domenica 18 Maggio 2025
Quella antica sfida tra nobili decadute. E il palazzo rovente
Gli spalti del PalaDozza per Fortitudo-Cantù sono l’immagine di chi ci crede
Chi ieri sera è entrato al PalaDozza ha capito quasi immediatamente quanto dentro alle mura dell’impianto bolognese l’aria che tirava quella delle grandi occasioni. Non che giovedì in Gara 3 così non fosse, certo, ma anche solo a colpo d’occhio si percepisce come gli sguardi siano diversi, a partire dalla panchina biancoblù sino ad arrivare agli spalti, gremiti, del popolo fortitudino.
Come dimostrato anche sui parquet di Brindisi e Forlì, il fattore campo, in partite così, fa tutta la differenza del mondo. Lo sa bene anche la Fortitudo, che ci crede, spera nella rimonta, vuole e deve forzare la serie alla bella al PalaDesio per non mettere un punto a una stagione fatta, per certi versi, di onde.
Su, giù, su, giù, alla ricerca di quella giusta da cavalcare senza sprofondare negli abissi. Onde che anche Cantù cerca in ogni angolo del parquet, provando a tenere alta la testa davanti alla fiumana bianca e blu arrampicata sulle alte gradinate del Paladozza, e cercando di non spiare verso l’angolo riservato agli ospiti, ancora una volta mestamente vuoto. “Vendita vietata ai residenti nella regione Lombardia”, è ancora scritto sulla piattaforma di vendita dei biglietti, mentre continua a riversarsi il popolo Fortitudo dentro all’impianto, ben prima che l’arbitro alzi la palla a due. Poi canta, fortissimo, provando a fare ciò che al PalaDesio è accaduto nel primo bis di gare della serie: diventare il sesto uomo in campo. Potrebbe ricordare un sequel di Davide contro Golia, vista da questa prospettiva, ma chi scrive preferisce l’immagine della Haka maori, il simbolo per eccellenza dell’immagine di forza ben prima che il campo abbia dato il suo verdetto.
La potenza del gesto sta negli occhi di chi lo guarda, di come lo vive, lo percepisce, lo affronta. Ecco, la Fossa dei Leoni potrebbe definirsi la Nuova Zelanda più forte di tutte, tanto è viscerale il sentimento che sgorga dalle gole biancoblù.
Senza soffermarsi troppo sul turbine che lo circonda, Cantù si prepara con ancora nella mente gli errori del secondo tempo dell’ultima sfida, con la voglia di chiudere la difficilissima pratica. Non ci si poteva aspettare niente di diverso da due “nobili decadute”, termine che calza a pennello a due squadre che hanno il proprio nome scritto negli annali del basket italiano, ma che si trovano ora a lottare per la promozione in serie A. Non diventa quindi una semplice partita, ma LA partita, in campo, sugli spalti, in ogni angolo di questa splendida serie.
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