Recalcati, un canturino in Laguna

Protagonisti Il “Charlie” è un doppio ex della sfida Venezia-Cantù che andrà in scena domenica al PalaTaliercio. In laguna restò un anno e mezzo

Cantù

Di fatto, a Venezia non vinse niente e per uno come lui non è certamente un fatto abituale. Ma quell’esperienza in laguna fu decisamente particolare: di fatto, preparò il terreno al suo successore, che aprì una stagione di successi. Ma, a quella piazza, Carlo Recalcati è ancora molto legato. Quell’esperienza particolare gli è rimasta nel cuore e la ricorda sempre volentieri.

Il “Charlie” è un doppio ex della sfida Venezia-Cantù che andrà in scena domenica al PalaTaliercio. In laguna restò un anno e mezzo, prima dell’esonero nel febbraio 2016, con la squadra al nono posto: l’anno prima giunse secondo e portò Venezia allo storico traguardo della semifinale scudetto. E, sempre nell’esperienza veneziana, battendo Capo d’Orlando, superò il primato di Tonino Zorzi, diventando l’allenatore più vincente della serie A: 526 vittorie contro le 525 di Zorzi, ma con circa 200 partite in panchina meno del collega.

«Dev’essere nel mio destino – scherza Recalcati -: andai via da Cantù, subentrò il mio vice Fabrizio Frates e vinse la Coppa Korac. A Venezia, invece, il fatto che subentrasse il mio assistente Walter De Raffaele fu un fatto programmato, anche perché queste situazioni si verificarono a distanza di molti anni e con età differenti. L’esonero anticipò solo i tempi».

Fu una situazione davvero unica – ripetuta solo in tempi recenti con il cambio Ettore Messina-Peppe Poeta a Milano – ed espressamente richiesta da Recalcati: «Nel rinnovare il contratto dopo la prima stagione, avevo voluto che si parlasse anche della mia successione. Sapevo di star bene, ma avevo già una certa età. Conoscevo De Raffaele, lo stimavo e c’era una bella frequentazione anche con le famiglie. Abitavamo nella stesa palazzina, io giocavo alla Playstation con suo figlio... Io proposi alla società il prolungamento per me, per De Raffaele e per il preparatore Enzo Colombini, con la postilla che il mio successore avrebbe dovuto essere proprio De Raffaele: io sarei diventato assistente “senior”, come feci molti anni dopo con Pozzecco nell’Italia. Poi si incrinarono i rapporti con il presidente Brugnaro, fui esonerato e si anticipò tutta l’operazione». Venezia, nei tre anni successivi, vinse Una Fiba Europe Cup, uno scudetto e una Coppa Italia.

Ma Venezia è una tappa, una delle ultime, del Recalcati allenatore che difficilmente dimenticherà: «Tutti ricordano mia moglie Giovanna: è bravissima nell’intrecciare relazioni con l’ambiente e i tifosi e al palazzetto lei va in versione “ultras”. Quando superai Zorzi, i tifosi mi fecero uno striscione: “526... Solo Giovanna ti può battere”. Venezia era famiglia: il ds Federico Casarin era stato mio giocatore a Bergamo, il figlio ora gioca a Cremona e da ragazzino spesso teneva compagnia a mia moglie».

Che partita sarà per Cantù? «Ci sono problematiche legate a un calendario duro. Occhio ai risultati, perché la classifica è sempre importante, ma se arrivassero delle sconfitte, dico di accettarle e sfruttarle per la crescita della squadra. Nella squadra alcune dinamiche sono state chiarite: spero che Cantù vinca il più possibile in questo mese duro, se dovesse perdere, consiglio all’ambiente di non abbattersi: anche dalle sconfitte si può imparare tanto».

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