
(Foto di Butti)
La sfida delle sfide contro la Fortitudo Bologna oggi alle 20.30 al PalaFitLine di Desio
“Bella” a chi? No, non è propriamente bella una partita in cui si decide il futuro o la fine di una stagione sportiva. Ma questo offre il convento ed è un piatto, se non presentato alla Masterchef, quantomeno ricco. È il giorno del dentro o fuori per Cantù e Fortitudo Bologna che, stasera alle 20.30, si ritrovano al PalaFitLine di Desio nell’ultima e decisiva sfida dei quarti di finale playoff, a settantadue ore dall’ultimo confronto sul parquet del PalaDozza.
Un campo dove Bologna ha estratto dal fondo del barile – specialmente in gara 4 – le forze per riemergere e pareggiare la serie, iniziata sotto i migliori auspici dalla S.Bernardo con due successi consecutivi in casa.
Gara 5 è la resa dei conti. Che, per la prima volta in questi quattro anni di serie A2, Cantù affronterà a Desio. Fuori finora è sempre andata: ko in finale a Scafati nel 2022, stessa sorte in semifinale nel 2023 a Casale Monferrato, dove tecnicamente Cantù giocava in casa, ma era in campo neutro per via della squalifica del PalaDesio.
Una partita per cambiare un po’ la storia delle “belle”, ma soprattutto per proseguire la stagione. Dove, comoda comoda, unica a chiudere i quarti sul 3-0 contro l’Urania Milano, c’è Rieti. Cantù sa che non può deludere tifosi, dirigenze e sé stessa. Un’altra annata terminata in anticipo - questa volta in largo anticipo – non sarebbe troppo tollerata. Sarebbe un fallimento.
Ma, per spazzare via le nuvolacce, si può ripartire se non altro da quello che si si è visto. Chiaramente Cantù dovrà fare di più di quello mostrato a Bologna, specialmente in gara 4, quasi riaperta nel finale ma non chiusa. La difesa dovrà tornare a essere in cima alle priorità, se è vero come è vero che lo è sempre stata per tutta la stagione ed è un po’ mancata in Emilia giovedì e sabato scorsi. Servirà ritrovare smalto soprattutto con i lunghi: Okeke e Hogue non sono ai livelli attesi, ed è un dato oggettivo. Necessarie intensità e durezza, oltre ai punti di McGee e Moraschini, le principali bocche da fuoco canturine.
E poi c’è Bologna, esperta, capace di riagguantare la serie. Ma anche apparsa con il fiato cortissimo sabato sera. Del resto, gli uomini sono pochi e alcuni un po’ logori. Carica di falli, è riuscita a tener botta, segno che è una squadra che non va sottovalutata mai. Le frecce all’arco ci sono – Gabriel se è in serata è immarcabile - e il roster è di livello. Ma anche la carta d’identità, a lungo andare, potrà avere un’incidenza, giocando così tante partite in pochi giorni.
Non mancherà il pubblico di casa, su questo Cantù può dormire sonni tranquilli. E allora, se il fattore campo è stato fatto valere – Urania Milano a parte – da tutte le iscritte al gran ballo dei playoff, allora che Cantù ribadisca anche in gara 5 la regola che sta caratterizzando il posto season.
Perché forse, a ben guardare, questa bella non è poi così brutta come la si dipinge.
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