«Voglio una Cantù che sia un mastino. E fin da domenica»

Paparelli, vicepresidente del club biancoblù: «Preoccupato, ma fiducioso. Gli italiani aiutino gli stranieri a sbloccarsi»

Preoccupato? Il giusto. Fiducioso? Tantissimo. Alla vigilia della trasferta di Brescia, quarta gara di campionato, siano andati a provare la febbre a Sergio Paparelli, vicepresidente di Pallacanestro Cantù e presidente di Cantù Next.

Una Cantù che perde due gare su tre deve preoccupare?

Dire di non essere preoccupato sarebbe una grossa bugia, però mi parrebbe altrettanto ovvio pensare al salto di categoria e a quanto avrebbe potuto causare questo tipo di impatto.

Domenica si va a Brescia: non sembra il posto più facile per riscattarsi.

Loro, da tempo, sono una squadra ben attrezzata. Certo è che non dobbiamo andare là a mani abbassate, anzi si dovrà mettere il coltello in mezzo ai denti e far capire di che pasta siamo fatti veramente.

Note positive, fin qui, dagli italiani. Condivide?

Assolutamente sì: in questa prima fase hanno prevalso le qualità dei paladini di casa nostra. Però adesso c’è bisogno che gli stessi taliani facciano valere la propria esperienza per aiutare gli stranieri a emergere e a mettere in mostra tutte le qualità per cui sono stati scelti.

Appunto, gli stranieri: ancora un po’ altalenanti. Deriva da lì il fatto che la squadra non stia ancora esprimendo al meglio?

Esattamente. Come affermato prima avranno bisogno di una grossa mano dagli Italiani perché possano capire dove siamo e dove ci troviamo, in primis forse il play che è il direttore d’orchestra.

Si aspettavi una serie A così faticosa?

Chiaramente sì, visto che l’abbiamo vissuta per moltissime stagioni. Tutti noi in società siamo consapevoli di ciò, ma siamo ben consci che con il budget messo a disposizione quest’anno si debbano fare molti più sforzi in palestra per permettere che il talento dei nostri giocatori venga fuori il prima possibile. E chiaramente parlo di tutta la squadra e non solo degli americani.

Fiducioso?

Obbligatorio esserlo, guai se non fosse così, vista la passione che tutti noi ci mettiamo (e non solo quella...)

Ed eventualmente cosa la preoccupa?

Mi preoccuperebbe il fatto di non metterci l’impegno per raggiungere sempre il massimo sforzo e nel voler ottenere quegli obbiettivi che ci siamo prefissati.

Tra protocollo e fattacci di Rieti il pubblico rischia di essere una variabile importante. Cosa si può fare?

Innanzitutto anche a nome della società, porgo le condoglianze a quella povera famiglia che per colpa di uomini vili (li chiamerei in un altro modo ma evito) hanno perso una persona cara. Il fattaccio ignobile mette il mondo del basket ancor più sotto il mirino delle Questure e delle Prefetture. Io l’ho detto anche ad alcuni Eagles che il miglior sistema sarebbe quello di fare tutti la tessera del tifoso, cosa che esiste già da tempo nel calcio. C’è bisogno solo di fare copia e incolla, ma non capisco perché non ci si arrivi a questa scelta.

A novembre arriveranno sfide delicate, ma anche con squadre della stessa fascia. Può essere indicativo?

Di sicuro e spero che quanto detto prima si possa concretizzare e che la squadra si trasformi in un “cane da guardia” e in un “mastino” che non diano tregua agli avversari.

L’arena cresce ogni giorno di più: cosa puoi dirci?

Qui, con un po’ di buona e sana megalomania, la mia, toccate il tasto del mio e nostro gioiello che sta per nascere. In primis il mio primo ringraziamento va ai miei soci imprenditori di Cantù Next con i quali abbiamo affrontato con impegno e competenza ogni ostacolo che si è presentato di volta in volta.

Se è “in primis”. dovremo aspettarci qualcosa d’altro. Vero?

Infatti, ma prima voglio rivolgere un sincero ringraziamento al cda che in questo lungo periodo durato sei anni si è riunito oltre centoventi volte, dimostrando dedizione, disponibilità e un autentico spirito di servizio verso un’opera bellissima.

Prosegua pure...

Pensiero di gratitudine va anche a tutti i dipendenti che si sono adoperati sin qui, compresi quelli facenti parte della famiglia della Pallacanestro Cantù.

Ovviamente anche a tutti i consulenti che, mettendoci anche tanta passione e competenza, hanno permesso di ottenere i risultati che tutti adesso possono vedere vedere.

Che anni sono stati?

Hanno rappresentato un periodo di grande impegno e di importanti traguardi per Cantù Next e la società formatosi con Cantù Arena e le società partecipate. La Pallacanestro Cantù ha ottenuto la promozione in serie A, arrivando a un obiettivo sportivo e gestionale di primo livello. Ora abbiamo un budget di quasi 6 milioni di euro per la stagione in corso grazie alle partecipate Cantù Next, Cantù Arena, Cantù Sports Holding e la storica Tic: tutte presenze che hanno garantito insieme ai principali sponsor (e non nomino nessuno, visto che quest’anno abbiamo raggiunto fra grandi, medi e piccoli siamo oltre 130), il raggiungimento del traguardo attuale.

Parte sportiva che va di pari passo con quella infrastrutturale.

Il palazzetto, come lo chiamo io ma in realtà è un’Arena, avrà la fine prevista di costruzione verso la fine del secondo semestre del 26 e entro la fine di novembre di adesso è prevista la firma del contratto con Legend Global, partner internazionale per la gestione dell’impianto. Questa grande opera per la città di Cantù, grazie anche all’Amministrazione guidata dal sindaco Alice Galbiati, ha rafforzato la credibilità di Cantù Next a livello nazionale, essendo come esempio campione di collaborazione fra pubblico e privato.

E, come ha sottolineato lei, non siete da soli.

Un risultato reso possibile grazie all’impegno di collaboratori, consulenti di primaria importanza e dipendenti, che con ottima competenza e moltissima passione, stanno contribuendo a dare a quella che sarà “la nostra casa” la massima visione.

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