S. Bernardo, grazie lo stesso
Eri troppo stanca per vincere

Alla terza partita in altrettanti giorni, Cantù paga le precarie condizioni fisiche e lascia la Coppa Italia a Udine

Per un attimo in tanti hanno sperato che le precarie condizioni fisiche non potessero condizionare l’Acqua S. Bernardo, ma così non stato. E una Cantù generosa poco ha potuto contro l’Old Wild West Apu Udine, che vince nettamente (74-55) la Coppa Italia di A2.

Per i biancoblù la partita è durata fino a metà gara, poi è stata notte fonda. E il primo segnale arriva dai punti segnati: troppo pochi per uno degli attacchi migliori del campionato. Onore a Udine, che ha giocato una grande Final Eight tra Chieti e Roseto degli Abruzzi. Ma applausi anche a Cantù, che in finale ci è arrivata e, nelle condizioni in cui si è presentata, non era cosa affatto scontata.

Il rischio, nemmeno troppo nascosto, è quello di capire come stanno le squadre, alla terza partita in altrettanti giorni. Logico che rischi più Cantù, arrivata a queste finali con il fardello del focolaio di Covid che ha bloccato praticamente la squadra intera negli ultimi dieci giorni.

Eppure l’Acqua S. Bernardo non parte male, forse spinta più dall’adrenalina che non dalle energie vere. E il premio arriva nel primo quarto, chiuso davanti 15-11.

Udine però ha il tempo di prendere le misure, stringere le maglie difensive e rimontare fino al 34-38 all’intervallo lungo. Per Boniciolli, coach friulano, piano partita azzeccato, visto il punteggio basso con il quale sta tenendo l’avversario.

Terzo periodo e notte fonda per Cantù, che vede la spia della riserva: ce ne si accorge dall’elevato numero di palle perse e dai tiri sbagliati: Udine, manco a dirlo, ne approfitta. Prima grazia per un po’ di volte i brianzoli, poi vola a +12 (52-40) a 1’38” dall’ultima pausa, alla quale si arriva sul 55-42.

Cantù va subito a -19, poi segna praticamente solo dalla lunetta. Boniciolli non vuole dare vantaggo e sul +16 (61-45 al 34’) ferma tutto con un time out. La S.Bernardo è ormai sulle ginocchia (69-49 al 37’) e gli ultimi minuti si rivelano giusto una passerella per la squadra bianconera, che nell’albo d’oro succede alla Napoli di Pino Sacripanti.

A Cantù, però, un grazie lo stesso

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