(Foto di Cusa)
L’infortunio di Morata apre forse nuovi scenari per la società biancoblù
Mentre molti domenica mattina si rigiravano il 4-0 di San Siro per le mani per scoprirne le sfumature (incidente di percorso? Monito sull’atteggiamento spregiudicato sempre e comunque? Tappa di crescita? Batosta da mettere in conto?), la luce si accende su un problemino da risolvere. Problemino, perché il Como è pur sempre in ottima posizione e non c’è nulla da drammatizzare.
Ma di problemino si tratta. Ieri, al reparto punte, sono successe due cose. La prima: l’infortunio di Morata che lascia il reparto con un solo attaccante di ruolo, un solo centravanti, vale a dire Douvikas. A meno che considerare anche Alberto Cerri, che però sinora non è stato praticamente mai utilizzato.
Secondo fatto, la frase di Cesc Fabregas: «Non c’è stata tanta differenza tra noi e l’Inter, semmai la differenza l’hanno fatta gli attaccanti, perché quelli dell’Inter sono fortissimi». Ora: al netto che certo Lautaro. Thuram e Esposito (lui in prospettiva) sono tra i migliori del campionato, che certo è gente che timbra il cartellino e raramente sbaglia gol a due passi dalla porta, e che per espressa volontà del calcio di Fabregas comunque la punta ha compiti più di raccordo che di finalizzazione, la frase dell’allenatore accende i riflettori su un tema.
Vogliamo chiamarlo tema e non problema? Bene, facciamolo. E’ un tema. Morata potrebbe aver terminato il suo girone di andata, e la giornata di San Siro, disegnatagli addosso come un ipotetico ginseng, è miseramente naufragata, rischiando di pesare ancor più sul suo morale. Si parla di stiramento e un mese di stop. Douvikas ha sbagliato un gol da due passi: il ragazzo piace, ha segnato tre gol, non fa male, ma certo quando ha detto quella frase Fabregas avrà pensato anche a quella azione. Dunque, volente o nolente, se manca qualcosina a questa squadra è un (aggiungiamo “altro”, per non dimenticare il greco) attaccante che dia una spallata alla voce realizzazioni. Quando serve, quando c’è da timbrare. Questo fa pensare che a gennaio la società, ammesso che voglia intervenire sul mercato, andrà a caccia di un attaccante.
Anche se dovesse restare Morata, perché Cerri andrà allo Spezia, e lo stesso Fabregas aveva ammesso che il fatto di essere rimasto con soli Morata e Douvikas poteva essere un rischio. Ma c’è un’alta questione. Cosa succederà da qui a gennaio, nelle due partite che mancano (Roma e Lecce)? Ci rifacciamo anche qui a una domanda del collega Moscardi alla conferenza stampa pre partita: «Potranno giocare insieme Douvikas e Morata?).
Risposta: «Certo,ma magari anche senza nessuno di loro». Insomma, la soluzione pro tempore può essere Diao (già visto) che se avrà l’energia mostrata a San Siro, là davanti potrebbe essere quello che è Leao in questo momento del Milan. Scommettiamo? Certo in tutto questo discorso si inserisce il problema della Coppa d’Africa. Che il giocatore potrebbe (e vorrebbe) giocare, ma sul quale c’è il dibattito sull’opportunità che il ragazzo affronti uno stress ulteriore dopo tanta fatica fatta per rimetterlo in piedi. Il giocatore e il tecnico ne parleranno e vedremo cosa succederà.
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