Como: adesso “comanda” Fabregas

Serie B Oltre la nomina di allenatore, la relazione tra il club e lo spagnolo è molto più profonda e importante. Cesc ha sostituito (o sta per farlo) Wise come consulente sulle strategie. E intanto vuole rifare i campi di Mozzate

Serve una fotografia. Un riassunto. È necessario. Facendo due passi in centro, entrando in un bar, o semplicemente frequentando le chat dei tifosi, si nota che al pubblico (oddio, magari non ai tifosi più accesi, quelli che sanno tutto, anche più di noi; ma a quelli più blandi) è sfuggito qualche pezzo del puzzle. «E se Fabregas rinunciasse?»; «Chi sarà il vero allenatore del Como?»; «Chi ha fatto fuori Longo?». Mancano dei pezzi. Perché la verità è che in questo momento, usando una formula (volutamente) esageratamente estremista, potremo dire che al Como oggi comanda Fabregas. Così come potevamo dire, fino a poco tempo fa, che comandava Wise. Oddio, in quest’ultimo caso era logico e normale, era (era?) il Ceo del Como. Qui invece stiamo parlando di un allenatore. Anche se con un nome importante.

Ruolo

Eppure per spiegare davvero quello che è successo al Como non può non essere considerato il nuovo status in società di Cesc Fabregas. Raccontato da un episodio: mentre la società raccontava ufficialmente che «Fabregas è una soluzione a Interim, non si sa nemmeno se allenerà contro la Feralpi Salò», negli stessi minuti a Lisbona il top manager dell’operazione Calcio Como-Indonesia, vale a dire Mirwan Suwarso, era su un tavolo di una conferenza a Lisbona, affiancato da Cesc, per raccontare il calcio a un web meeting.

Su Fabregas ci stanno raccontando un sacco di frottole, oppure (se preferite) stanno omettendo particolari per difendere la privacy, cui la proprietà tiene molto. Ma già la questione della sua partecipazione economica in società è stata avvolta nel mistero sin dall’inizio. Inutile chiedere quante quote abbia: risposte evanescenti. Ma sicuramente, sin dal giorno della sua presentazione, era chiaro che Cesc sarebbe stato un faro illuminante nelle strategie calcistiche. Potere aumentato una volta appese le scarpette al chiodo. Una volta nominato tecnico della Primavera, sono stati tanti a prevedere che lui sarebbe stato una spada di Damocle per Longo. Non tanto perché Cesc ambisse al suo posto, ma perché era chiaro che ogni valutazione sulle strategie calcistiche sarebbe stata fatta con lui. Usando una scorciatoia per certi versi fuorviante, si potrebbe concludere che Longo lo ha esonerato... Fabregas. Non nel senso della decisione, ma nel senso che lo spagnolo ha sicuramente condiviso e magari anche rinvigorito la strategia che voleva un calcio più aggressivo, più offensivo, più coraggioso.

Se prima la società ascoltava Wise, ora il primo parere lo chiede a Fabregas. Le voci su un Wise più defilato sono in parte confermate dal fatto che nell’incontro con i tifosi, Francesco Terrazzani (il giovane e brillante dirigente arrivato dalla Lega B) è stato presentato come Ceo. Oddio, si dice solo per questioni finanziarie. Ma si vedrà.

Nomine

Però attendiamo di capire, quando verrà nominato il nuovo organigramma, come stanno davvero le cose. Wise non si slegherà dal Como, resta un punto di riferimento per la proprietà, ma la sensazione è che chi deciderà cosa servirà nel mercato di gennaio sarà Fabregas. Altro che allenatore a Interim. Per lui magari addirittura una figura alla Ferguson, allenatore e dirigente. Del resto, essendo azionista, è forse l’unico caso di allenatore che si... auto assume. Intanto lui già ha pieni poteri. E, per esempio, avrebbe messo in discussione la qualità dei campi di Mozzate. Del resto, quella dei terreni perfetti è un’ossessione che lo accomuna a Wise. E infatti ieri ha voluto allenarsi al Sinigaglia. Ha ancora mischiato i moduli, presto per capire come giocherà. Ma spunta l’idea di un 4-3-1-2 o 3-4-1-2.

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