
Como calcio / Erba
Venerdì 23 Maggio 2025
Fabregas avanti tutta: «Sì, ci metteremo tutto il nostro cuore»
Questa sera la sfida con l’Inter. «Io dico che bisogna sempre divertirsi: così nessuno molla. Paz? Nessuna notizia. Darò spazio a Pepe e Iovine, emozioni forti»
CALCIO
Ci mette la testa e ci mette il cuore, Cesc Fabregas. Mai come in questa occasione, forse.È la vigilia della grande partita con l’Inter, con tutto il mondo che guarderà qui. Lui si siede al suo posto della conferenza stampa ma solo dopo aver osservato Alessio Iovine tenere la sua particolarissima intervista. Ma si entra subito nei temi caldi. «Spero che arrivi il giorno in cui non mi si faccia più la domanda se il Como va in campo per vincere. E’ quello che dobbiamo fare sempre». Nessun dubbio sul fatto che l’Inter possa giocare al massimo, senza essere in qualche modo condizionata dalla vicinanza con la finale di Champions League. «Stiamo parlando della squadra che io considero la più forte d’Italia e una delle più forti d’Europa, non scherziamo. All’andata avevamo fatto bene ma non benissimo, stavolta spero di costringere l’Inter a preoccuparsi di più di quello che facciamo noi e non viceversa. Gli esterni loro? Sono molto forti dobbiamo trovare delle soluzioni».
Emozione
Ma di mezzo c’è anche quello che di speciale Fabregas sa dare alla sua squadra, la capacità di lottare sempre fino alla fine, anche a traguardo ampiamente raggiunto. Una mentalità che non è così comune. «Noi dobbiamo avere la capacità di capire che giocare sempre al massimo è un piacere, è una felicità. Non si deve parlare solo di lottare, di soffrire. Io non vedo il calcio così, non si può mollare perché si è già raggiunto un obiettivo, non ha senso per me entrare in campo con la maglia della mia squadra e non dare il cento per cento».
Ma c’è anche, appunto, il cuore. «E quindi se posso dare a Iovine e Reina dello spazio in quella che sarà la loro ultima partita, certamente lo farò. Perché siamo anche umani, prima di tutto, e siamo riconoscenti a persone che sono state tanto importanti all’interno dello spogliatoio. Stiamo parlando di crescita, di miglioramento, ma abbiamo anche un cuore. Io sono passato da poco da quello che loro stanno vivendo, so che cosa significa».
E’ una partita particolare, perché di mezzo c’è la lotta scudetto, ma è anche la chiusura di una stagione che il Como e i suoi tifosi non dimenticheranno. «Sinceramente, abbiamo fatto di più di quello che io mi aspettavo. E tutto questo è avvenuto soprattutto grazie ai ragazzi, grazie alla squadra. Per questo oggi sono ancora più convinto che sia importante portare qui con noi gente che abbia fame, che quando arrivi qui sappia di sposare un progetto, una famiglia, con la capacità di adattarsi al gruppo, alle necessità del Como».
Programmi
Il campionato finisce, ma il progetto è in pieno svolgimento. «E’ già da gennaio che stiamo lavorando sul mercato dell’anno prossimo, e questi mesi sono stati utili per mettere alla prova i nostri giocatori, capire come possono giocare, cosa ci possono dare. Gabrielloni avrà sempre uno spazio qui, Sergi Roberto e Moreno potrebbero esserci anche l’anno prossimo. Il mercato è dinamico, oggi ci sono determinate opportunità, il mese prossimo possono essercene altre, ma le nostre idee sono già chiare. Prendete Caqueret, un nome a caso: vedi dove gioca capisci qual è la sua posizione più giusta e di riflesso agisci sul mercato per completare la rosa».
Inevitabile parlare di Paz e del suo destino. In settimana sono usciti rumors sul suo ritorno a Madrid, addirittura per giocare il Mondiale per club. «Nico è un giocatore del Como, per noi è molto importante e penso che lui oggi sia nel contesto giusto. Non so se sia già pronto per giocare nel Real Madrid, l’anno prossimo c’è il Mondiale e lui ha bisogno di giocare. In questo momento noi non sappiamo niente, non ci è stato chiesto niente per ora. Con il Real c’è un buon rapporto, anche per il futuro ci sono dei loro giocatori giovani che ci interessano e loro sanno che qui da noi possono trovare spazio». Ma adesso basta parlare del futuro c’è un presente da affrontare, che per la classifica del Como non varrà nulla, ma per la testa e il cuore di Fabregas (e della squadra) molto.
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