(Foto di Cusa)
Il tecnico spagnolo guarda alla sfida di domani all’Olimpico contro la Roma
C’è anche un mea culpa bello chiaro nelle parole di Cesc Fabregas, ripensando alla partita con l’Inter. «E’ stata tutta colpa mia, la sconfitta è mia, non dei ragazzi. Sono io che ho preparato la partita, che ho voluto andare a giocarmela così e continuarla così». Un’autoaccusa, però, che Fabregas rivolta in positivo, «perchè le accuse che arrivano dall’esterno dell’ambiente di Como, io le prendo con le pinze. Qualcuno la scambia per arroganza, ma è il nostro modo di lavorare, di crescere. Noi le cose le dobbiamo e le vogliamo fare alla nostra maniera, perchè qui non si lavora solo per vincere, soprattutto per costruire. Ognuno deve guardare in casa propria, a me non è stato chiesto di battere l’Inter. Ed è solo lavorando così che tra due o tre anni puoi andare a vincere a San Siro, ci puoi riuscire se prima hai perso, io guardo al domani».
E dunque, «si passa anche attraverso partite come quella di sabato scorso, perchè i miei giocatori per crescere devono anche provare queste situazioni. Sì, magari una volta all’anno si può anche cambiare, non ho ritenuto di farlo questa volta però. Si cambia per vincere, non per difendersi. E sinceramente, guardando l’Inter contro il Liverpool, contro di noi hanno dovuto correre di più. Stiamo comunque parlando di una squadra come la nostra, che ha perso tre volte nelle ultime venticinque partite di campionato, non dobbiamo dimenticarcelo».
E non ce lo si deve dimenticare soprattutto in vista di una partita come quella di domani sera. «La sconfitta certamente ha lasciato il segno, e l’abbiamo analizzata con attenzione. Ma i ragazzi sono motivatissimi, anche a Milano del resto non tutto è stato fatto male».
Testa alla Roma, dunque, già fin dall’inizio della settimana. «Affronteremo una squadra con grandi qualità individuali, guidata da un allenatore come Gasperini che a me piace tantissimo. Lui vuole sempre andare a mille, dunque contro di noi certamente non si risparmieranno». E del tecnico giallorosso, con cui peraltro l’anno scorso aveva avuto anche qualche battibecco in occasione della partita del Sinigaglia, Fabregas parla a lungo. «Ho amici allenatori all’estero che mi chiedono spesso di lui, di come gioca, di quello che fa. Io e il mio staff lo studiamo molto, lui sa fare delle cose mai viste, abbiamo passato ore a cercare di capire meglio i suoi meccanismi. Mi piace perchè fa cose diverse dagli altri, le sue squadre sono sempre molto propositive, difficili da affrontare. E lo apprezzo perchè anche lui è sempre andato avanti per la sua strada, sapete quante volte ha perso lui quattro o cinque a zero? Questo si chiama percorso».
Lunedì sera dunque Fabregas si aspetta una bella sfida, e si prepara ad affrontarla anche con qualche possibile soluzione nuova, soprattutto in attacco, dove il candidato al ruolo di prima punta è ovviamente Douvikas, «ma ci sono anche opzioni diverse. Senza Morata e senza Diao per le partite successive ci troviamo a dover studiare più soluzioni». Ed è inevitabile pensare anche al mercato di gennaio, a questo punto, perchè qualche idea potrebbe arrivare da lì. «Adesso è presto per parlarne, ci sono almeno tre partite da giocare ancora – il mercato aprirà il 2, il Como sarà in campo il 3 -, però certamente abbiamo cominciato a pensarci. Siamo molto tranquilli, comunque, se ci saranno da trovare soluzioni le troveremo».
A Roma gli pesa forse anche di più l’assenza di Perrone - «un’assenza importante perchè stava facendo molto bene, squalificato per un fallo discutibile» -, ma l’alternativa Caqueret è indubbiamente valida. Sulle scelte della difesa, Fabregas spiega che «Kempf non ha più giocato dall’inizio perchè non era ancora al cento per cento dopo l’infortunio alla caviglia, la risonanza ha evidenziato ancora un po’ di gonfiore ma in questi ultimi giorni si è allenato bene». E non è ancora al top anche Sergi Roberto, che probabilmente non sarà convocato neppure stavolta.
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