Che Amarcord Como!!!
Brevi ma intenso
«Tre promozioni qui
e chi se le scorda?»

Intervista esclusiva all’ex del Como oggi allenatore dell’Olbia che domenica affronterà gli azzurri

Arriva l’Olbia, arriva Oscar Brevi. E il tempo torna indietro per tutti, ad anni che sembrano ancora più lontani di quanto lo siano realmente, talmente tutto era diverso.

E talmente tante sarebbero le cose da raccontare.

Oscar, da dove cominciamo?

Il Como è stato talmente tanto per me... Due promozioni consecutive da capitano, poi il ritorno dopo qualche anno e ancora un’altra promozione... Non c’è un’altra squadra che mi abbia dato le stesse soddisfazioni, le stesse emozioni. C’è tantissimo della mia vita legata al Como, in campo ma anche fuori.

È la squadra che ti ha portato anche all’esordio in serie A

E sono state anche quelle emozioni grandissime, pur essendo state le uniche situazioni un po’ negative. Troppi cambiamenti, si è sfaldato tutto, a gennaio me ne andai in un momento non bello... Peccato, quello non era un gruppo da cambiare così tanto. Sono le uniche note negative in una quantità enorme di ricordi eccezionali.

Il più bello?

Non saprei, davvero, ce ne sono stati veramente tanti di momenti splendidi. Anche in mezzo a situazioni di difficoltà le qualità di quel gruppo hanno sempre superato tutto.

Con tutto il rispetto per chi gioca oggi, fa effetto pensare a quella squadra in serie C...

Altro che il Monza di oggi, o no? E non eravate nemmeno arrivati primi

Oddio, saremmo arrivati primi se non fosse successo quel che è successo. Vi ricordate? Noi vincevamo a La Spezia, il Modena con il Brescello giocò una partita lunghissima, otto minuti di recupero, segnarono al 97’... Arrivarono primi loro, ma quel campionato dovevamo vincerlo noi, lo sanno tutti.

È stato bello anche stravincere i playoff

Bellissimo. E arrivare primi l’anno dopo in serie B? Mica è facile vincere in quel modo due volte di seguito. Ma quel gruppo aveva una forza unica. Per quello fu un grande errore cambiarlo troppo.

Cosa farebbe oggi quella squadra in serie C?

Impensabile. Il livello era veramente altissimo. Nostro e anche dei nostri avversari. Spiace dirlo, ma la serie B e la serie C ora sono decisamente diminuite di livello. Ci sono tanti giovani in più, c’è meno esperienza, ci sono anche in generale meno soldi a disposizione delle società, salvo qualche eccezione si investe di meno. Si cerca più di sopravvivere, il modo di fare calcio al di sotto della serie A è decisamente cambiato.

In fondo anche la vostra squadra in C2, quando sei tornato, non era niente male. E anche quella non vinse subito ma poi fu promossa ai playoff

Infatti. Fu un bel ritorno per me, un’altra bella soddisfazione. Avevo più esperienza, tornare e vincere ancora, e ancora da capitano, è stata un’altra grandissima gioia.

L’anno dopo, la panchina. Praticamente il giorno prima eri in campo e il giorno dopo eri l’allenatore. Non capita spesso. C’era Di Chiara, furono momenti un po’ tesi...

Però io davvero non me l’aspettavo. Perdemmo a Busto con la Pro Patria, Di Chiara fu esonerato e Di Bari e Rivetti chiesero a me di andare in panchina.

A me che ero un giocatore. Sì, avevo già quarant’anni, ma non avevo ancora progettato il mio futuro.

Ufficialmente l’allenatore era Ottavio Strano...

Che adesso è qui con me a Olbia. E che spesso ho portato con me, come ho fatto in altre situazioni con Martinelli, il preparatore atletico. Perchè quel gruppo vincente è sempre rimasto legato.

A proposito, vi sentite ancora tra di voi, vi frequentate?

Ci sentiamo, siamo rimasti legati. Mi capita di sentire anche Dunderski, Music, ragazzi che non sono nemmeno più in Italia ma siamo rimasti tutti amici.

Da quel giorno sei rimasto in panchina sempre

E sono passati già più di dieci anni, incredibile. La prima esperienza a Como fu subito una soddisfazione, ci salvammo e l’anno dopo sfiorammo i playoff, Poi ho avuto tante gioie, con la Cremonese partimmo da meno 9 e arrivammo in semifinale playoff, i playoff con il Catanzaro e con il Padova. E anche qualche momento meno positivo, come può capitare in una carriera.

Questo con l’Olbia che momento è?

Difficile, intenso, è una situazione complicata. Siamo in fondo alla classifica, il margine di errore che ci è concesso è minimo. Però niente è impossibile, la squadra è comunque un po’ migliorata, domenica ha vinto bene e non succedeva da tantissimo.

Di questo Como che dici?

I tifosi vorrebbero di più, la società ha programmato una stagione di transizione.

I tifosi in una piazza come Como è normale che vogliano sempre vincere, è giusto. Da quello che vedo il Como sta comunque facendo un buon campionato, non conosco le situazioni nel dettaglio quindi mi è difficile dire di più. Per noi in ogni caso sarà una partita difficile, quando si è in una situazione come la nostra non può essere diverso.

I tifosi come ti accoglieranno?

Questo non lo so. Io so che per me sarà un’emozione particolare, questo è ovvio. E so che per il Como ho sempre dato tutto. Comunque andrà questa partita, e questa giornata, quello che mi porto dentro non cambierà mai.

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