La Nazionale rinuncia a Recalcati. «Sono scelte, vanno rispettate»

Il senior assistant ha accettato senza polemizzare la decisione assunta dal ct Pozzecco

«Purtroppo a me toccano anche le cose più complicate, come è giusto che sia. Recalcati non è qui con noi perché ho dovuto fare una scelta visto che per le Olimpiadi il numero di giocatori e staff è ridotto all’osso. La prima persona cui ho pensato è stato Charlie. Perché? È l’unico dello staff che l’Olimpiade l’ha già fatta. Lui è una persona straordinaria, nella mia top 3 assoluta. È stata una scelta dolorosa per tutto ciò che ha fatto per me. E tutti noi siamo dispiaciuti. La parola giusta al momento giusto, la serenità e fiducia che mi ha dato: è la persona a cui mi ispiro di più».

La firma in calce a queste parole pronunciate in occasione della presentazione della partita Italia-Turchia (valida per le qualificazione agli Europei del 2025) - andata in scena ieri sera a Pesaro - è quella di Gianmarco Pozzecco, il ct della Nazionale azzurra. Lo stesso che nel giugno del 2022, avviando il nuovo corso, quale prima mossa volle accanto a sé il Charlie con il ruolo nobile e ritagliato su misura di senior assistant.

È durata dunque meno di un paio d’anni la nuova esperienza in azzurro di Carlo Recalcati. «Non è il caso di fare polemiche né di stracciarsi le vesti - confessa con la consueta serenità che è poi il suo tratto distintivo -: si intuiva, infatti, che una tale decisione era nell’aria perché non vivo certo sulla luna. Sono stato anch’io commissario tecnico, conosco le dinamiche federali, sono conscio della questione budget, e so benissimo che a volte vanno fatto delle scelte. E pertanto chi è chiamato a farle è doveroso le faccia, ritenendole più opportune sia per la squadra sia per il gruppo. E vanno rispettate. È come quando un allenatore è chiamato a decidere su un giocatore o su un altro. Ammetto altrettanto candidamente che mi avrebbe fatto piacere continuare quest’esperienza anche in vista di una potenziale partecipazione olimpica, ma, ribadisco, non ne faccio una colpa ad alcuno».

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