«Lo sport sta bene. Como e Cantù, vi aspettiamo in A»

Intervista con Marco Riva, presidente del Coni della Lombardia: «Squadre e atleti in bella evidenza. Ho speranze per le Olimpiadi 2024»

Scrivania con vista. E non solo su via Piranesi, la casa dello sport lombardo nel capoluogo. Ma pure su Parigi e Milano Cortina. A sei mesi, e poco più, da Parigi 2024 e a due anni, e poco più, da Milano Cortina, tocca a Marco Riva, presidente del Coni regionale, fare le carte al nostro movimento.

Tra passato, presente e futuro, il quarantunenne lecchese e socio del Panathlon di Como - al suo primo mandato alla guida del Coni - si prepara all’ennesima stagione anno di grande lavoro per il movimento.

Presidente, qual è lo stato di salute dello sport lombardo?

Sicuramente molto soddisfacente dal punto di vista dei risultati. E lo dimostrano quelli ottenuti dalle nostre squadre e dai singoli a tutti i livelli e in molte discipline.

Una buona base di partenza, quindi, in un anno così importante.

Non c’è dubbio, anche se non possiamo nascondere - e anzi dobbiamo segnalare - qualche criticità per via della Riforma dello Sport e della sua applicazione, adesso che è entrata in vigore.

Più nello specifico...

Fermo restando che ogni forma di innovazione e di miglioramento del movimento non solo è auspicabile, ma addirittura benvenuta, è necessario stare vicino al mondo dell’associazionismo sportivo e accompagnarlo dentro queste normative.

Una rivoluzione che si può affrontare come?

Tutti insieme, per prima cosa. Facendo tanta, tanta formazione, e noi come Coni siamo stati in prima linea, e sensibilizzando le diverse istituzioni, perché in ballo non c’è solo l’aspetto agonistica, ma pure quello sociale. Ed è altrettanto importante.

In un Paese, l’Italia, che non ha solo sportivi da divano...

Il modello è fondamentale anche per il tessuto dell’intera comunità. Per cui, è importante che ci si adegui a tempi e normative, ma chi è in ballo - e si parla per lo più di volontari - va sostenuto e non solo riempito di costi.

In buona sostanza, come?

Guardando con ottimismo al futuro e tenendo in serissima considerazione questa gente, che offre gratuitamente il proprio tempo alla comunità. Ho assistito, così come lo fanno tutte le sentinelle sul territorio (delegati, fiduciari, dirigenti e il mondo delle benemerite), a tanta, forse troppa, gente che vorrebbe mollare, scoraggiata da quel che sta accadendo. Anche a loro dico di essere positivi. Bisogna tornare a cogliere e valorizzare le opportunità che dà lo sport, anche dal punto di vista culturale.

Torniamo sul campo e a quello che stanno dando società ed atleti della Lombardia.

Partendo dagli sport di squadra non si può che essere soddisfatti. Prendiamo il calcio, con i club che sono riusciti ad arrivare in fondo sia in campo nazionale sia internazionale. Società come Inter, Milan, Atalanta e Monza che hanno la fortuna di avere grandi dirigenti, capaci di seguire un percorso di eccellenza anche in un periodo complesso come quello attuale. Hanno saputo e sanno ingegnarsi, come accade con le squadre di serie B, dalla Feralpisalò al Lecco, dal Brescia alla Cremonese, passando per il Como.

Il Como, appunto...

Club di grande tradizione, con una proprietà importante, tra le più ricche del panorama. Giusto e logico che abbia ambizioni, la aspettiamo ai livelli più alti, magari insieme a qualche altra lombarda.

E poi c’è il basket, che anche da queste parti significa qualcosina...

Andiamo per ordine. Milano ha vinto lo scudetto e Brescia la Coppa Italia. Varese pare in fase positiva, in attesa di sistemare anche le cose con la proprietà, e Cremona è sempre una bella realtà. Poi voi mi chiederete di Cantù, vero?

Vero.

E qui lato sportivo e imprenditoriale vanno di pari passo. Con la squadra che ha il dna per stare in serie A e rigiocare tutti i quei derby che non hanno fatto la storia della pallacanestro, ma sono la nostra pallacanestro. Con il plus del futuro palasport, che dà ancora maggiore significato agli investimenti del club.

Un po’ di volley non fa male, presidente...

Soprattutto se penso al settore femminile e alle grandi ambizioni del Vero Volley di Paola Egonu e a tutto quel lavoro sulle giovani di Busto Arsizio. Ma non stiamo male nemmeno con il Powervolley Milano, l’anno scorso semifinalista, e Monza. Anche nel Comasco si sta bene, in A2, con Cantù e Albese. Spero tanto che le due Nazionali possano qualificarsi all’Olimpiade.

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