In Italia la Space Economy vale 4 miliardi, con 400 aziende

L' Italia cresce nel settore spaziale più degli altri grandi attori europei : con oltre 400 aziende , che contano circa 13.500 addetti e fatturano complessivamente più di 4 miliardi di euro , guarda con fiducia e ambizione alle sfide future , che vanno dagli investimenti alla strategia post Pnrr , dalla diplomazia spaziale alle nuove politiche europee . A dare il polso della situazione è la tappa milanese che ha chiuso la seconda edizione degli Stati Generali della Space Economy , dove istituzioni, industria, università, ricerca e finanza si sono confrontati in un momento cruciale , segnato dall'approvazione della prima legge nazionale sullo spazio , dall' avvio dell' iter per l'approvazione dell' Eu Space Act e in vista della prossima Ministeriale dell' Agenzia spaziale europea in programma il 26 novembre a Brema.

"Non ci accontentiamo di partecipare, ma vogliamo essere protagonisti ", ha affermato la premier Giorgia Meloni nel suo messaggio di saluto. Sottolineando come lo spazio rappresenti un " dominio strategico ", Meloni ha rivendicato la scelta di destinare al settore " oltre 7,5 miliardi di euro , un investimento record - ha aggiunto - destinato alle infrastrutture , alle tecnologie , alla ricerca e alle competenze . Risorse nazionali e Pnrr, che si traducono in catene del valore più solide, in una filiera industriale più competitiva, in servizi migliori per cittadini e imprese".

L'obiettivo è " sostenere l'i nterazione tra ricerca , industria e difesa per rafforzare la competitività e la resilienza del sistema Paese", ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ricordando in un videomessaggio come lo spazio sia ormai un dominio critico per la sicurezza e l'autonomia strategica del Paese.

In uno scenario internazionale sempre più competitivo, l'Italia cresce "più rapidamente di altri grandi Paesi Ue e alla prossima Ministeriale Esa di Brema saremo al fianco della Germania come leader dei principali programmi spaziali europei", ha puntualizzato il ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega allo spazio, Adolfo Urso. Non sono poi mancati i riferimenti al progetto Bromo per una joint venture tra Leonardo, Airbus e Thales, "un esempio e un modello di quello che vogliamo realizzare in Europa - ha detto Urso - con una politica industriale, insieme agli altri grandi attori, che faccia sempre più emergere dei campioni europei capaci di competere a livello globale".

Accanto ai grandi protagonisti industriali, ha puntualizzato, "ora dobbiamo rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese e delle startup che animano i 15 distretti spaziali italiani ". Un aiuto potrà venire anche dalle sinergie con " università , centri di ricerca e agenzie specializzate , per attuare una vera azione di sistema", come ha rilevato Roberta Angelilli, vicepresidente e assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lazio.

Anche l'Agenzia spaziale italiana intende continuare a sostenere Pmi e startup, "con fondi che allocheremo presso l'Esa con i programmi alla carta e con le misure contenute nella legge sullo spazio con il sostegno alla Space Economy", ha ricordato il presidente Teodoro Valente. L'Asi, ha poi assicurato, intende lavorare anche per evitare che la futura legge europea sullo spazio finisca per imbrigliare eccessivamente la competitività delle imprese . Una richiesta che è arrivata anche da Massimo Claudio Comparini, managing director della Space Division di Leonardo, che ha riconosciuto come "la regolamentazione è importante , perché dobbiamo costruire uno spazio sostenibile , ma la sovraregolamentazione è un rischio: troppi vincoli possono essere un elemento a detrimento della competitività dell'industria europea. Quindi è importante trovare un punto di equilibrio".

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