Lincei ai governi, riprendere i trattati sulle armi atomiche

Un appello ai governi per riprendere i trattati di non proliferazione delle armi atomiche , alla luce della consapevolezza di come il pericolo di un conflitto nucleare sia ' cresciuto in modo preoccupante ': a lanciarlo è l 'Accademia dei Lincei , in un convegno organizzato per gli 80 anni dagli eventi di Hiroshima e Nagasaki.

Il pericolo di un conflitto nucleare è "cresciuto in modo preoccupante negli ultimi anni, soprattutto a seguito delle guerre in corso in Ucraina e nel Medio Oriente, dove la possibilità di una ritorsione nucleare è stata più volte menzionata", osservano i Lincei intervenuti al convegno, fra i quali il Nobel Giorgio Parisi, Luciano Maiani e Ugo Amaldi. "La gravità della situazione internazionale ci deve portare a richiedere con forza alle Autorità Politiche di riprendere la strada del dialogo , con la stesura di trattati che vadano verso un mondo libero dagli ordigni nucleari ", rilevano ancora gli accademici, fra i quali anche Alberto Quadrio Curzio, Paolo Cotta Ramusino, Massimo Luciani e Raul Caruso.

"Ricerche scientifiche condotte fino ai nostri giorni - proseguono - non hanno fatto che confermare questa previsione, indicando con maggiore precisione quali sarebbero gli effetti di un conflitto nucleare , a livello globale o a livello locale".

In particolare i Lincei osservano che "una guerra nucleare globale distruggerebbe la popolazione dei continenti coinvolti . Inoltre, essa colpirebbe per lungo tempo anche le popolazioni non direttamente implicate nel conflitto. Questo sia a causa della radioattività prodotta dalle esplosioni nucleari, sia a seguito del cosiddetto ' inverno nucleare '", vale a dire che "le polveri sollevate dalle esplosioni finirebbero nella stratosfera, distribuendosi su tutto il globo terrestre, riducendo la radiazione solare con effetti non dissimili da quelli che portarono, alla fine del Cretaceo, all'estinzione di massa dei dinosauri e di numerose altre specie animali e vegetali".

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