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Lunedì 28 Aprile 2025
Tatuaggi e ghiaccio per trasformare i microrganismi in robot viventi
   Nanotatuaggi  fatti direttamente   sul corpo di microrganismi  noti per la loro resistenza alle condizioni più estreme hanno aperto la strada per   trasformarli  in   robot viventi  . Si tratta di   una delle prime prove riuscite  di   nano-fabbricazione su organismi viventi  , che si è infatti   guadagnata la copertina  della rivista Nano Letters. Il risultato, ottenuto da un gruppo di ricercatori guidato dalla cinese Westlake University, apre anche ad altre   applicazioni  in campi che vanno dai   biosensori  alla   biomedicina  , fino all’   astrobiologia  . 
 
 I   tardigradi  sono minuscoli invertebrati, noti anche con il nome di ‘   orsi d’acqua  ’, diffusi in tutto il pianeta, dagli abissi oceanici alle vette più alte. Sono in grado di   sopravvivere  in   condizioni  che sarebbero   letali per quasi tutti gli altri esseri viventi  : totale   disidratazione  , temperature di 150 o -272 gradi, livelli di radiazioni centinaia di volte più alti di quelli che ucciderebbero un essere umano, mancanza di ossigeno, pressioni anche sei volte maggiori di quelle dei fondali oceanici e persino lo spazio. Ciò anche grazie alla loro capacità di entrare, all’occorrenza, in uno   stato dormiente  detto criptobiosi, nel quale sospendono ogni attività metabolica.
 
 
 
 È in questo stato che i ricercatori coordinati da Ding Zhao e Min Qiu hanno eseguito i nanotatuaggi, utilizzando la   tecnica  della   litografia elettronica assistita dal ghiaccio  : in un ambiente sottovuoto a circa -130 gradi, il vapore acqueo si condensa in uno strato di ghiaccio supersottile e superliscio, che funge come base temporanea sulla quale stampare’le strutture grazie ad un fascio di elettroni, minimizzando così i danni all’organismo dovuti alle radiazioni e alla presenza di sostanze tossiche. I nanotatuaggi sono rimasti stabili anche in seguito a stiramento, risciacquo, asciugatura e immersione in un solvente, e il 40% dei tardigradi sono sopravvissuti alla procedura. 
 
 Si tratta di un   primo passo verso robot viventi  , che integrano   componenti artificiali  in   cellule  ed interi   organismi  viventi: i   nanotatuaggi  potrebbero infatti essere progettati per   conferire nuove capacità  a questi invertebrati e per fargli svolgere   particolari compiti  , ad esempio   rilevare sostanze inqinanti nell’ambiente  o   diagnosticare malattie  . 
 
 “Attraverso questa tecnologia non stiamo solo creando micro-tatuaggi sui tardigradi – commenta Zhao – stiamo   estendendo  questa capacità a   più organismi  viventi, compresi i   batteri  ”. Le tecnologie nanometriche, infatti, hanno compiuto grandi passi avanti negli ultimi anni, ma trasferire queste stesse tecnologie su minuscoli esseri viventi resta ancora una sfida. “Oltre ai tardigradi – aggiungono gli autori – il nostro approccio potrebbe essere applicabile anche ad altri organismi con elevata resistenza allo stress, o adatti alla crioconservazione”.
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