Addio all'artigiano Pierino Bellasio: dalle sue mani è nato il maxi-Pinocchio

Cantù Aveva 84 anni. Il funerale del falegname e imprenditore giovedì alle 17 a Fecchio. Il figlio Marco: «Quell’opera è stata la consacrazione di una vita dedicata al suo lavoro»

È morto a 84 anni Pierino Bellasio, cofondatore della Effebi Arredamenti di via Spluga, artigiano preciso, legatissimo al lavoro e alla famiglia, rappresentativo di quella generazione che ha contribuito a far apprezzare il nome di Cantù al di fuori dei confini cittadini.

Chi non l’ha conosciuto direttamente nell’arredamento su misura, lo conosce attraverso il grande Pinocchio, prima presente in largo XX Settembre e ora nel parco di Villa Calvi, un’opera a cui era molto affezionato, realizzata con il burattinaio Ivano Rota. I funerali di Bellasio sono fissati per giovedì alle 17 a San Carlo - Fecchio - preceduti dal rosario.

«Sempre presente»

«Papà è sempre stato presente - lo ricorda Marco Bellasio, uno dei figli: gli altri due sono Corrado e Andrea, papà Pierino ha condiviso la vita con la moglie Carla Panzeri - In qualsiasi occasione, lui c’era, per noi, per la famiglia, per il lavoro, per chiunque chiedesse, lui c’era. Lui si sentiva padrone di se stesso, una caratteristica che hanno in pochi. Era rimasto orfano a 15 anni. Scuola d’arte serale, lui aveva sempre lavorato come falegname, prima alla Tonelli e Broggi, poi alla Pino Meroni & C. Aveva però una vocazione all’indipendenza. Con Antonio Farina, morto da qualche anno, mio papà, nel 1980, durante una partita a carte a Fecchio, decise di aprire la Effebi».

Al grande Pinocchio, Bellasio teneva molto: «È stata in un certo senso la consacrazione di una vita dedicata all’artigianato. Personalmente, lo considero un monumento a mio papà».

Affranto Ivano Rota, il burattinaio e artista che insieme a Bellasio ha dato vita al Pinocchio. «Sono anche io molto dispiaciuto, Pierino mi ha accolto nella sua bottega, e io ho lavorato accanto a lui nella realizzazione di questo Pinocchio. E, devo dire la verità, non mi ha mai messo nelle condizioni di sentirmi imbarazzato - dice - Lui era il falegname, colui che conosceva bene il suo mestiere, e di questo era molto orgoglioso, un orgoglio giusto. Sapeva come lavorare il legno. Non mi ha fatto mai sentire a disagio nel mio ruolo di artista. Fuori dal lavoro, era una persona dove tutta la sua conoscenza lasciava il posto a una persona umile, disponibile, aperta».

«Pierino Bellasio era senz’altro un artigiano conosciutissimo, un imprenditore che ha fatto tanto per la nostra città - dice il vicesindaco e assessore alle attività produttive Giuseppe Molteni - Teneva tanto al suo lavoro: figure come la sua sono sempre più rare».

«Un pezzo di storia della città»

«Se ne va un grande artigiano canturino - dice l’ex sindaco Claudio Bizzozero - uso il termine artigiano, perché credo che lui stesso gradisse questo termine, e per artigiano intendo chi fa i mobili con le proprie mani, con la precisione, il dettaglio, come Pierino sapeva fare. In realtà è stato un grande artigiano che ha saputo costruire una grande impresa. Se ne va un altro pezzo di storia canturina».

«Il Pinocchio è un lascito alla città. Pierino aveva un carattere forte, come è tipico degli artigiani della sua generazione, e quindi fa ancora più piacere la stima e la fiducia che c’era al centro del nostro rapporto. Mi verrebbe da dire: un grande artista. Di una meticolosa attenzione e di una capacità che portano l’artigianato al confine con l’arte».

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