
Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 28 Settembre 2025
«Aiuto psicologico a ospiti e operatori. Poi Eleonora e Lidia sarà parte civile»
Cantù Il presidente della onlus e la direttrice della comunità alloggio di via Sparta a Fecchio. «Tutto è accaduto in una sola notte, tra il 30 e il 31 agosto, e siamo intervenuti immediatamente»
Cantù
Nel presente, la priorità è garantire supporto psicologico agli ospiti, alle famiglie. E agli operatori, che si sentono traditi, nei confronti dei quali avviare un percorso di aiuto e sostegno per imparare a cogliere subito i segnali di disagio negli utenti e anche quelli di burnout nei colleghi.
Nel prossimo futuro, invece, costituirsi parte civile nell’ambito dell’azione penale che scaturirà per i gravi episodi accaduti. Ieri mattina il presidente della Fondazione Eleonora e Lidia Angelo Carpani e la direttrice della struttura Giovanna Rubatta hanno deciso di incontrare la stampa, dopo l’arresto di Laurentiu Vlad Anton, 38 anni, di origine romena, residente in città, chiamato a rispondere alle accuse di violenza sessuale su due ospiti e a quella di violenza privata su una terza.
La ricostruzione
Una scelta, sottolineano, «per dovere di trasparenza, per raccontare come sono andate le cose». Per smentire, per esempio, le voci secondo le quali si tratti di episodi reiterati. Tutto è accaduto in una sola notte, tra il 30 e il 31 agosto, e rimarca Carpani, «siamo intervenuti immediatamente appena, il lunedì mattina, una delle nostre ospiti ha parlato della presunta violenza sessuale. Abbiamo contattato il tutore ed è stata condotta in ospedale per accertamenti. Sin dall’inizio non abbiamo nascosto la situazione, abbiamo collaborato con le forze dell’ordine e incontrato i familiari di tutti i disabili residenti nella struttura». Gli operatori hanno colto nel loro comportamento delle anomalie, attivando quindi le indagini che hanno condotto al provvedimento di fermo.
Da qualche mese a Fecchio
Oggi gli utenti sono una ventina, disabili psichici comportamentali, che stanno vivendo con tensione e preoccupazione la grande pressione di questi giorni. Anche se, confermano, le tre ospiti coinvolte sono nel complesso tranquille e hanno manifestato la volontà di restare, perché in via Sparta si trovano bene. Un grazie, lo ribadiscono, va alle forze ordine, ai carabinieri di Cantù, perché hanno avuto sensibilità e umanità durante le indagini, nell’approccio con i disabili raccogliendo le testimonianze. «Abbiamo avuto un incontro con i familiari, giovedì sera – conferma Carpani – per tranquillizzarli. Adesso lo stanno chiedendo anche nella struttura di Figino Serenza, perché il presunto colpevole ha lavorato per dieci anni in quella sede, è conosciuto e quindi si interrogano».
L’uomo aveva preso servizio da qualche mese a Fecchio, dove una volta alla settimana faceva il turno di notte. Nel periodo delle indagini era necessario mantenere massimo riserbo, per scongiurare l’eventualità di reazioni che potessero interferire con le stesse, ma è stato allontanato dalla comunità alloggio, anche con delle scuse. Perché gli utenti, vedendolo, davano in escandescenze, ne erano spaventati, la situazione si faceva ingestibile. Dopo il fermo l’uomo è stato sospeso dalle proprie mansioni con apposito provvedimento e la Fondazione sta valutando altre azioni.
Già redatta una memoria
«Due membri del consiglio d’amministrazione – spiega il presidente – Goffredo Pozzoli e Massimo Nicolini, avvocati, hanno redatto una memoria di costituzione come parte civile alla Procura della Repubblica, dichiarandoci disponibili a collaborare e fornire elementi utili, perché ci riteniamo persona offesa dai reati che dovessero venire ravvisati».
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