Altre minacce e botte alla compagna: un uomo è stato arrestato dopo l’ultima violenza

Il caso Era indagato per episodi analoghi, maltrattamenti nei confronti della donna. La Procura ha deciso di inasprire la misura, passando dall’affidamento in prova al carcere

Aveva già avuto in precedenza più di un problema con le forze dell’ordine e poi con la Procura della Repubblica di Como.

Per questo motivo era sottoposto al regime di affidamento in prova, dopo un precedente fascicolo aperto per maltrattamenti in famiglia contro la compagna che condivideva con lui l’appartamento nel centro di Cantù. Ma evidentemente questo precedente scomodo – con tanto di fiducia data dai giudici con l’affidamento in prova – non è bastato per rimettere il sospettato sulla retta via. Così, nelle scorse ore, i carabinieri della stazione del paese hanno eseguito un provvedimento di revoca dell’affidamento in prova che è stato emesso dall’ufficio di sorveglianza di Varese.

Di nuovo nei guai

L’uomo, 45 anni, già ben noto agli uffici di polizia e di cui non forniamo altri dati a tutela dell’anonimato della compagna, è così finito nuovamente nei guai ed è stato arrestato, finendo con l’essere rinchiuso in carcere.

La notizia dell’intervento dei militari della stazione di Cantù è stato dati ieri mattina direttamente dai carabinieri che si erano occupati del caso. Da quanto è stato possibile appurare, l’uomo – che già era stato indagato per episodi analoghi di maltrattamento della compagna – nelle ultime giornate era tornato a muovere le mani con violenza contro la donna. L’ultimo episodio sarebbe abbastanza recente, di inizio agosto. Minacce e botte che hanno nuovamente convinto la vittima a recarsi dai carabinieri per raccontare quello che stava nuovamente accadendo nella casa che condivideva con il quarantacinquenne.

Così, i militari dell’Arma della stazione del paese, dopo aver compiuto degli ulteriori accertamenti, hanno segnalato l’accaduto all’autorità giudiziaria che ha così deciso di revocare l’affidamento in prova per l’uomo violento che è così stato prelevato dai militati e condotto nel carcere del Bassone.

Tutela delle vittime

La strada seguita dai carabinieri della Compagnia di Cantù rientra in quella procedura che viene definita con il nome di “codice rosso o del revenge porn”, che garantisce maggiore tutela alle vittime di violenza sessuale, atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, maltrattamenti in generale e diffusione non autorizzata di immagini sessualmente compromettenti e deformazioni dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Con questa legge, a seguito della denuncia da parte della vittima, la polizia giudiziaria deve attivarsi immediatamente – come è avvenuto in questo caso di Cantù notificato ieri dai carabinieri del paese - con l’obbiettivo specifico di garantire la protezione della vittima dalle mani della persona violenta.

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