Sette auto e l’elicottero dei carabinieri: blitz a Perticato dopo la sparatoria

Mariano Comense Indagini per il conflitto a fuoco che si era verificato a Seregno l’11 luglio. I militari hanno eseguito perquisizioni nella frazione, in Calabria hanno arrestato tre persone

Quattro auto civetta, tre d’ordinanza e un elicottero a sorvolare tutto dall’alto per monitorare eventuali vie di fuga. Ha toccato anche il Comune di Mariano Comense, nella frazione di Perticato (in via Dell’Orto) l’indagine dei carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza (Reparto Operativo, Nucleo Investigativo e Compagnia di Seregno) nell’ambito di una indagine della procura brianzola su una clamorosa sparatoria in pieno giorno che l’11 luglio era avvenuta lungo le strade di Seregno per non meno di 400 metri.

Ieri all’alba, infatti, sono state eseguite – in Calabria – tre ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse in data 19 luglio dal gip di Monza nei confronti di un 56enne e dei suoi due figli di 31 e 29 anni, tutti indagati per tentato omicidio e porto illegale di arma da sparo in luogo pubblico.

Contestualmente sono però state eseguita anche sette perquisizioni in case di parenti o di conoscenti per verificare eventuali appoggi nel corso della vicenda che è sotto inchiesta. Una di queste perquisizioni ha toccato Perticato e pare anche una macchina che si trovava sul posto. Sarebbe stata sentita anche una persona. Una scena che ovviamente non è passata inosservata anche ad altri residenti, che si sono trovati nel mezzo di un vero e proprio blitz con l’elicottero che presidiava tutto dall’alto.

La fuga in Calabria

Gli arrestati abitavano tutti in Brianza ma erano scappati in Calabria nel tentativo evidentemente di “salvarsi”. L’indagine di cui stiamo scrivendo nasce da quanto accaduto a Seregno lo scorso 11 luglio quando alle 11.15: lungo via Wagner, due gruppi armati a bordo di un furgone Iveco Daily e di una Fiat Punto si erano fronteggiati in uno scontro a fuoco che ha aveva interessato 400 metri di strada intensamente trafficata, esplodendo almeno 14 colpi di pistola calibro 7.65 mm, anche nelle vicinanze di un oratorio nel pieno delle attività. Il furgone era riuscito a dileguarsi mentre la Fiat Punto, dopo essere stata colpita da vari proiettili e speronata, si era fermata sul marciapiede.

I tre a bordo, che sono gli stessi arrestati ieri, erano rimasti illesi nell’incidente. Il padre però aveva ha riportato ferite d’arma da fuoco nella parte bassa della schiena, colpi che non avevano raggiunto organi vitali. Dopo pochi giorni di ospedale era stato dimesso.

I carabinieri però avevano avviato un’indagine per ricostruire l’accaduto, analizzando le immagini di video-sorveglianza, ascoltando intercettazioni ed effettuando pedinamenti.

Le conclusioni dell’indagine

Un lavoro che ha permesso di identificare la due persone che erano a bordo del furgone Iveco Daily (due fratelli anch’essi di origini calabresi di 28 e 48 anni) arrestati il 13 luglio a Cesano Maderno. I rilievi balistici hanno infine permesso di chiarire come il conflitto a fuoco fosse in realtà stato iniziato dagli uomini a bordo della Fiat Punto che dopo aver esploso sette colpi in sequenza senza andare a segno, si erano ritrovati a loro volta ad essere inseguiti e colpiti dai proiettili dei due fratelli.

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