«Cantù, asfalto in piazza Garibaldi? Era ora»

Il caso Il responsabile della Confcommercio accoglie positivamente l’addio ai lastroni ballerini

Cantù

Sulla telenovela di piazza Garibaldi la politica litiga, tra accuse e un lungo elenco di spese affrontate in vent’anni. La cosiddetta società civile ha le idee molto chiare: se davvero si va verso una soluzione definitiva, che si tratti di asfalto – per quanto pregiato – o di qualche altro materiale, l’unico commento è:“Era ora”.

Spesa di mezzo milione

L’amministrazione ha previsto una spesa da mezzo milione per mettere la parole fine all’infinita vicenda dei lastroni ballerini, indomabili fino alla fine. Si cerca, dichiara piazza Parini, una scelta che possa coniugare estetica, funzionalità e sicurezza. Alessandro Bolla, referente cittadino di Confcommercio Como e consigliere della Camera di Commercio di Como e Lecco, non ha nessun dubbio, visto che, come tutti i commercianti che lavorano – e resistono – nel centro cittadino, subisce da tempo il rumore, i disagi legati ai continui interventi di manutenzione. «Se non sapessero dove mettere le pietre, una volta rimosse – scherza – sono certo che si sono molte possibilità, per esempio i vialetti del cimitero...».

Ma la questione, assicura, è ben seria. Dal 2005 in poi i negozianti di via Matteotti, via Dante, via Ariberto hanno visto succedersi molte chiusure. Qualcuno, a causa dei lunghi mesi in cui la piazza rimase interdetta alle auto per la posa delle lastre, abbassò la serranda in definitivamente.

«Da tempo dico che dobbiamo arrivare a una soluzione – dice Bolla – e se è necessario, si prenda anche una decisione drastica. D’altronde, è stato provato davvero di tutto, persino il taglio delle lastre, ma senza esito». Con un monito sin d’ora: «Non sappiamo ancora come e quando verranno eseguiti i lavori annunciati, ma di certo chiediamo che non avvengano durante periodi commerciali delicati, come a ridosso di Natale o dei saldi. Magari meglio farli a lotti».

Il futuro

Una piazza che era stata concepita come funzionale a un progetto più ampio, di pedonalizzazione del centro: «Le due cose non possono convivere – continua – quella pavimentazione e il passaggio quotidiano dei mezzi hanno portato a questa situazione». E se si chiudesse al traffico? «Si sarebbe potuto fare – dice – se anni fa avessero realizzato un autosilo sotto la piazza. Ma ormai è andata. La viabilità di Cantù non permette di chiudere il crinale, è difficilissima da attraversare. Infatti già oggi, permettendo di proseguire direttamente da via Manzoni a via Ariberto, la circolazione ne ha giovato». La pedonalizzazione resti quindi flessibile, da proporre in caso di eventi. «Certo – conferma – in quel caso, quando ci siano manifestazioni, magari per un fine settimana, funziona ed è anche bella».

Dire addio al porfido non è un tabù. L’ha fatto anche Como, a inizio luglio, in via Milano Bassa, nella zona di San Bartolomeo: «È chiaro – ammette Bolla – una pavimentazione in pietra è più bella dell’asfalto, per quanto poi ci sia asfalto e asfalto. Ma oltre all’aspetto estetico bisogna pensare alla praticità e alla sicurezza, e le situazioni vanno risolte».

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