«Cantù, campus universitario al De Amicis»

La novità Cantù Next, tramite i partner americani di Asm Global, valuta l’area per ospitare studenti collegati ad atenei Usa

Cantù

Per l’area dell’ex collegio De Amicis, Cantù Next - la Spa degli imprenditori del territorio che hanno voluto il progetto della nuova Arena - sta valutando, attraverso il coinvolgimento del partner americano Asm Global, la possibilità di realizzare un campus universitario nel cuore della città. Pur non escludendo di principio l’Italia e l’Europa, la ricerca contempla anche sedi universitarie negli Stati Uniti.

Si potrebbe così creare, a Cantù, un triangolo del basket tra l’Arena di corso Europa, venue di riferimento per la Pallacanestro Cantù; il De Amicis, possibile sede universitaria; e l’ex oratorio San Teodoro, per cui Cantù Next - la trattativa con la parrocchia, proprietaria dell’area, è in corso - ha già redatto un progetto di strutture sportive per il vivaio del basket, oggi rappresentato dal Progetto Giovani Cantù.

Il futuro

La notizia del concreto interessamento sull’area De Amicis emerge ora, a pochi giorni dall’assemblea pubblica sul destino stesso dell’area, organizzata, sulla scorta di una raccolta firme di diversi cittadini, dal Comune, per la serata di giovedì, alle 21, al Salone dei Convegni di piazza Marconi. Finora il riserbo è stato massimo. E infatti la stessa Cantù Next, per il momento, non commenta. Si apprende però qualche aspetto significativo da Giuseppe “Joe” Rizzello, general manager di Asm Global Italia.

Quindi Cantù Next si sta interessando all’area De Amicis? Risposta: «È una delle opportunità che come Asm Global stiamo cercando di supportare - dice - Siamo in una fase preliminare, dove stiamo studiando che tipo di inserimento ci potrebbe essere, e quale attivazione a livello internazionale potrebbe essere possibile. Capire anche quali sono i parametri. Quanti ragazzi potrebbero starci. Quali condizioni di servizi si potrebbero ricavare. L’idea è di collegare il tutto a quanto si sta realizzando oggi a Cantù».

Visione globale

L’operazione si inserisce anche in un’ottica progettuale a tutto tondo tra i tre possibili punti notevoli. «A differenza di quello che è la cultura media in Italia per gli impianti, quanto stiamo realizzando a Cantù, e lo si vede anche in altre realtà analoghe in giro per il mondo, ha anche delle funzioni trasversali rispetto a sviluppi di altri programmi, che solo apparentemente non hanno a vedere con la gestione di un’Arena. Se riusciamo ad esempio a coinvolgere una grossa università americana, o un’università con casa madre, ad esempio, in Inghilterra, questa università, che avrà delle attività sportive, diventerebbe complementare sia all’Arena che al progetto sui giovani. Con questa esplorazione stiamo vagliando la possibilità di integrare diverse funzioni».

Superfluo dire quali siano, ad esempio, gli sport che vanno nella maggiore anche nelle scuole americane: «Tendenzialmente, tutte le grandi università americane hanno un programma di basket, è uno sport che con football e hockey la fa da padrone. Ed è proprio il programma serio, una visione di lungo periodo, per noi, a essere determinante. Vediamo».

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