Cantù, quarto anno senza cinema: «È un’assenza pesante per la città»

Schermo spento La riapertura dell’Astra a Como accende di nuovo il dibattito sul post Lux. Il sindaco Galbiati: «Triste perdita, ma il Comune può fare poco». L’artista Gaeti: «Un peccato»

Un’assenza anche culturale tornata a farsi notare di più ora che, terminati anche i due anni di limitazioni antiCovid, il cinema, a Como, è tornato pure all’Astra, di nuovo riaperto, ad aggiungersi a Cinelandia, presente sia nel capoluogo lariano che ad Arosio, e allo Spazio Gloria. Diverse, quindi, le opportunità per una serata in compagnia con un buon film. Tutte, però, fuori Cantù. E ai cittadini spiace. Tanti vorrebbero il ritorno del cinema nella seconda città della provincia, dove risiedono 40mila abitanti. A partire dal sindaco Alice Galbiati. A cui proprio alcuni canturini hanno sottoposto di recente il tema.

A Cantù, il Lux, cinema storico aperto nel 1948, nel 2019, e quindi quattro anni fa, era stato costretto a chiudere, si era detto, per un mutamento delle abitudini degli spettatori, più orientati per i multisala, offerti sempre da Cinelandia - la Spa di casa, sino ad allora, anche in via Manzoni - disponibili oggi alle porte della città. Ma a Cantù, un cinema che sia uno, non c’è più. Qualcuno l’ha segnalato via social anche al sindaco. E, a raccogliere commenti nel mondo della cultura, spicca quanto afferma l’artista Valerio Gaeti.

«Una piacevole abitudine»

«Da quarant’anni, ogni domenica sera, vado al cinema con due miei amici - dice - Da qualche anno, regolarmente, non andiamo più a Cantù, perché il cinema non c’è. Ad esempio: l’altra sera, siamo andati al cinema a Seveso. Un peccato».

Anche al sindaco Galbiati piacerebbe il ritorno del cinema magari proprio in centro città. «La chiusura del Cinema Lux è stata una triste perdita per la nostra città. Lo dico da rappresentante della comunità canturina, ma prima ancora da frequentatrice - dice - Ricordo che all’epoca abbiamo tentato di evitarlo, ma era una scelta imprenditoriale privata in merito alla quale l’amministrazione ha potuto fare ben poco. L’immobile è ancora lì a ricordarci com’era piacevole organizzare con gli amici una serata tra pizza e cinema».

L’ipotesi legata all’arena

Detto questo: vero anche che il mondo è cambiato. «Dobbiamo però fare anche i conti con la realtà e riconoscere come sono cambiate nel tempo le nostre abitudini: il successo delle pay per view, Sky, Netflix e Amazon video in primis, ha messo in seria difficoltà il settore - aggiunge il sindaco - Per non parlare di questi anni di pandemia. Non voglio abbandonare però la speranza di una riapertura. E se ci fosse la possibilità di fare qualcosa perché ciò accada, sarei pronta a discuterne».

Intanto, nella conferenza dei servizi per l’arena di Cantù Next, è stato depositato anche lo scenario cinema, proprio in virtù di un’offerta possibile grazie a Cinelandia - l’amministratore delegato Paolo Petazzi, nella giornata di ieri, non era raggiungibile - che potrebbe portare il cinema in corso Europa, in occasione di eventi, si era detto, anche 3D.

Un’opzione in affiancamento alle altre dell’arena di Pallacanestro Cantù, il cui cantiere partirà proprio, si prevede, in questa prima parte di 2023, pensata soprattutto per grandi eventi cinematografici. Per cui si stimerebbero, ad oggi, all’incirca una dozzina di proiezioni di grande impatto all’anno. Senz’altro: cinema. Ma, per una frequentazione più assidua, si dovrà prendere l’auto e uscire dalla città.

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