A Carimate i cittadini esasperati dai furti si trasformano in investigatori

La vicenda L’iniziativa dei residenti del consorzio residenziale Vedroni: al via le passeggiate della sicurezza. «Metà dei colpi non viene denunciata»

Il numero di furti, a segno o tentati, s’è fatto allarmante.

E allora i residenti dei Vedroni hanno deciso di reagire concretamente: raccogliendo dati per dare una dimensione reale di quel che sta accadendo, facendosi detective per trovare tracce degli intrusi e ora organizzando delle vere e proprie passeggiate serali per la sicurezza. Guai a chiamarle ronde, nessuno vuole appuntarsi la stella da sceriffo. Tanto che una ventina di persone ha già dato la propria disponibilità a seguire una sorta di corso di addestramento, per imparare a muoversi in maniera accorta e soprattutto sicura.

La situazione

L’iniziativa è originata dal consorzio Vedroni, una delle zone residenziali del paese, a causa dell’aumento nel numero di furti negli ultimi due mesi. «Abbiamo iniziato a raccogliere i dati delle intrusioni – spiega Damiano Roberto Pinazza – per mappare, letteralmente, gli episodi e quindi anche cercare di capire da dove entrino i ladri, quali siano i punti d’accesso. Dati che intendiamo condividere con l’amministrazione comunale e con le forze dell’ordine». Il questionario è stato apprezzato, al punto che altri consorzi, la Chiocciola e il Ronco, paiono intenzionati a proporlo. Nel caso dei Vedroni emerge che, su 42 risposte ottenute, in un caso su tre il furto è andato a segno, e nel 28% c’è comunque stata un’intrusione con scasso. Inquietante il dato sulla presenza in casa dei proprietari, ben il 57%. Nel 45% dei casi però, quasi la metà, non è stata sporta denuncia.

«Questo dato, purtroppo, è deleterio – continua - perché non consente alle forze dell’ordine di avere un quadro completo e reale della situazione del nostro Comune». Che, a questo punto, è più grave di quanto possa risultare ufficialmente. La dinamica pare sempre la stessa, i ladri arrivano a piedi, non appena fa buio, passando dai boschi e probabilmente l’accesso è il golf. Non solo un’ipotesi, visto che gli intraprendenti cittadini hanno preso a muoversi in maniera autonoma, individuando le zone più bersagliate, e qui si sono trovati di fronte a tracce inequivocabili, come reti tagliate per aprirsi un passaggio. Gli antifurto non scoraggiano, anche nel momento in cui scattino ai malviventi bastano tre minuti per andare a segno.

Le contromisure

La seconda fase operativa, quindi, è stata organizzare delle passeggiate della sicurezza: «Siamo amici – prosegue Pinazza – una ventina di persone. Usciamo la sera muniti di torce e ci facciamo sentire. In un caso, un furfante che era nel golf si è accorto di noi ed è scappato».

La priorità, però, è agire senza mettere a repentaglio la propria sicurezza: «Ci siamo messi in contatto con una persona con una preparazione specifica – conferma – alla quale abbiamo spiegato la situazione. L’obiettivo è formare una decina di volontari in modo che sappiano come muoversi, come riconoscere situazioni potenzialmente pericolose e quindi gestirle adeguatamente. Vogliamo continuare le nostre passeggiate armati solo di torce e spray al peperoncino, con buonsenso, dopo aver ascoltato i consigli giusti di chi ha conoscenze superiori alle nostre».

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